Un povero bel paese
Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Carrara è il sito più importante al mondo per l'estrazione del marmo, e prima che il primato ci fosse soffiato da Pietrasanta, lo era anche per la sua lavorazione. La colpa del drastico calo delle imprese dedite alla sua lavorazione è da imputarsi alla "politica" che come al solito si è dimostrata cieca e sorda alle richieste della Società, perseguendo invece gli interessi di pochi.
Fino a poco tempo fa, quando nelle scuole primarie italiane s’insegnava ancora la geografia, gli insegnanti dicevano ai loro alunni che l’Italia dalla forma di uno stivale, bagnata dal meraviglioso mar Mediterraneo, possiede molti porti perché deve importare molte cose, poiché priva di materie prime. Questo è verissimo, ma l’Italia è ricca di una cosa che pochi altri Paesi possiedono in ugual misura: il suo immenso patrimonio artistico.
Gli studiosi sono concordi nell’affermare che furono i Romani, già dal terzo secolo a.C. a sviluppare nel vecchio Continente, la più evoluta e avanzata forma di civiltà “democratica.” Essi erano soprattutto conquistatori, cosa normale per il tempo, ma non imponevano con la forza la loro cultura e la loro religione, erano gli stessi popoli assoggettati che la assimilavano per commerciare e dialogare con l’autorità centrale, in principio il re, e poi l’imperatore a Roma. Il loro dominio si estendeva dalle Colonne d’Ercole (Gibilterra) fino alla fredda Scozia, dalla boscosa Germania, fino alla mezzaluna fertile della Mesopotamia. I Romani avevano capito che serviva il gladio per sottomettere un popolo, ma per conservarne il controllo e trarne benefici, era necessario che la terra conquistata desse dei frutti. E per farlo era necessaria l’acqua, un modo celere per effettuare i commerci, e simboli che testimoniassero la potenza di Roma. Nacquero così splendidi acquedotti, ponti, che sembrano sfidare le leggi della gravità, strade, templi e anfiteatri, molti dei quali dopo aver sfidato i secoli sono giunti quasi intatti fino a noi. E’ evidente che Roma la capitale dell’Impero, godesse di un’attenzione particolare, nella costruzione di sfarzosi edifici, vere e proprie opere d’arte rivestite di marmi rari e preziosi, provenienti da tutto il mondo conosciuto, e decorati da fregi in bronzo dorato. Le statue celebrative, si commissionavano agli artisti più famosi del tempo, che riproducevano quelle della Grecia antica. Il materiale preferito era il prezioso e bianchissimo marmo statuario di Carrara, che giungeva dalla città di Lunae, sorta proprio a questo scopo, ossia per lo sfruttamento delle vicine cave. Neppure la caduta dell’Impero Romano e i seguenti secoli bui medievali fermarono in Italia la produzione di opere d’arte. Attorno al X secolo nasce il Romanico, uno stile architettonico, che produrrà in molti parti d’Italia, splendide chiese e monasteri, che dopo meno di due secoli si evolverà nel più etereo e leggiadro Gotico, il cui esempio più noto e il Duomo di Milano. Sarà comunque nel periodo detto Rinascimento, che l’arte in Italia conoscerà il momento di massimo splendore. Nato a Firenze, attorno al quattrocento, portò un vero e proprio cambiamento stilistico-culturale in tutti i campi artistici. Pittori, scultori e architetti, sperimentarono nuove tecniche, creando capolavori immortali. Pittori come Michelangelo, Leonardo, Botticelli, Tiziano e Raffaelo per citare solo i più noti del periodo, furono gli artefici di una nuova visione “del far figura” scoprendo tecniche nuove per gli affreschi, e diverse formule per i colori. Architetti come Bramante, Palladio, Brunelleschi, costruirono edifici non solo splendidi esteticamente, ma dotati di cose nuove come l’aspetto prospettico, che li rendeva unici. Anche la scultura ebbe un’evoluzione. Le figure da quasi piatte, diventano a tutto tondo, piene di movimento, con particolari così realistici da sembrare veri, mentre i nudi, ora sono anatomicamente perfetti, cosa in cui eccelleva Donatello, e il grande Michelangelo. Oggi in Italia esistono ben 3.400 Musei, 2.100 siti o parchi archeologici, e quarantasette luoghi classificati dall’Unesco, come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, di cui tre ambientali. Ebbene, questo immenso patrimonio, frutta economicamente all’Italia meno di due soli Musei negli Stati Uniti, e quasi la stessa somma che i francesi ricavano dal solo Louvre. Qualcuno dice che la causa di tutto ciò sia da imputarsi proprio al fatto che noi abbiamo troppi tesori artistici, e che di conseguenza non sia possibile prestare a tutti la stessa attenzione. Ma la verità e un’altra. La “politica” italiana ha sempre attribuito poca importanza ai Beni Culturali del nostro Paese, visti spesso quasi come dei ”fastidi mangiasoldi” anziché una risorsa, o peggio, usati come parcheggio d’assistenza per “l’amico degli amici, ” di solito persone assolutamente incompetenti. Luoghi che tutto il modo ci invidia, sono privi di manutenzione è lasciati nell’incuria e nel degrado. Basta vedere i recenti episodi di crolli avvenuti in uno dei siti più importanti del mondo; Pompei. Si assiste a paradossi, dove ad esempio gli Uffizi, hanno un’affluenza di persone così massiccia da risultare quasi dannosa, e capolavori come i Bronzi di Riace a Reggio Calabria, o il Cristo Velato a Napoli con visite più che modeste. L’Italia con questo immenso patrimonio artistico, potrebbe vivere solo di turismo, certamente per farlo occorrerebbe un massiccio investimento di denaro, ma soprattutto un radicale cambio di tendenza dalla politica, eliminando clientelismi e premiando la meritocrazia, in Italia quasi una bestemmia. Un esempio lampante, lo abbiamo a Carrara, che possiede il sito estrattivo del marmo più importante al mondo, un museo del marmo, il museo Carmi alla Padula, il museo delle Arti Plastiche, e perfino gli autentici calchi in gesso del Canova, (oltretutto non sempre visibili al pubblico) e non riusciamo con gli scarsi turisti, a ricavare neppure i soldi per sistemare le strade di arroccamento alle cave stesse. Dulcis in fundo poi, la nostra Accademia delle belle Arti di Carrara, e la Scuola del Marmo, due eccellenze nazionali, sono frequentate più da stranieri che da italiani, perché, questi ultimi, sono ben consapevoli che un laureato in materie artistiche in Italia, o uno scultore, sarà fortunato se troverà lavoro come cameriere in qualche birreria a Marina di Carrara, nella stagione estiva.
Mario Volpi
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