Giornata internazionale della donna
Spetta/Le Redazione
8 marzo 2014
Cara Redazione
I recenti fatti di femminicidio ci fanno sempre più pensare come le donne siano ancora considerate dagli uomini come il capro espiatorio delle loro frustrazioni. In particolar modo a Carrara, nei secolo scorso le donne erano delle vere e proprie martiri al servizio di un marito padrone che la considerava semplicemente di sua proprietà.
E’ ormai convenzione internazionale che l’8 marzo si celebri la giornata dedicata alla donna. La motivazione per la scelta di questa data è incerta, alcuni dicono che sia per ricordare lo spaventoso incendio, che nel 1908 uccise 140 operaie del cotonificio Cotton, negli Stati Uniti, durante una rivendicazione sindacale, la proprietà sprangò le porte dello stabilimento per impedire lo sciopero, così allo scoppio dell’incendio le donne non ebbero scampo. Altri pensano che invece sia a ricordo di una marcia che le donne fecero durante la Rivoluzione Russa, per chiedere migliori condizioni di vita. L’attuale consumismo l’ha trasformata in Festa della donna, per motivi prettamente commerciali, snaturandola così, dei suoi profondi significati socio-culturali.
Sul perché, nel corso dei secoli, la donna sia sempre stata oggetto di prevaricazione da parte dell’uomo, intere generazioni di sociologi, e antropologi hanno tentato invano di dare una risposta, ed io penso, che questo resterà un mistero insoluto, nella storia evolutiva del genere umano. La cosa curiosa, è che più la società evolveva, più la donna sprofondava in fondo alla scala gerarchica, fino ad essere considerata un semplice giocattolo sessuale, o peggio ancora, un animale da soma a basso costo. Nella Preistoria, la donna per la sua capacità di generare la vita, era vista come una divinità, a conforto di questa tesi, vi sono dei ritrovamenti di statuette in terracotta raffiguranti donne in stato interessante, per gli Egizi essa aveva pari opportunità con gli uomini, anzi qualcuna arrivò a diventare Faraone, cosi tra gli Etruschi, e i Romani. Addirittura tra i nostri progenitori, i famosi Apuo-Liguri, che abitavano le nostre zone, la donna era anche guerriera, cosa assai rara nell’antichità. A tal proposito, vi è una cronaca del tempo, in cui Plinio il Vecchio descrive uno scontro avuto dalle popolazioni Apuo-Liguri con le legioni romane, e scriveva così delle donne guerriero: ..combattono al pari dei loro uomini, spietate e feroci come fiere…Arriviamo così al Medioevo, che senza ombra di dubbio è stata l’era più nefasta per le donne. In quel periodo, la religione cristiana tentava di soppiantare le antiche religioni pagane che da millenni erano praticate dalla gente, ma nonostante le assicurazioni della potenza divina, le calamità naturali e le malattie continuavano a mietere vittime tra la popolazione. Temendo di perdere potere la Chiesa pensò di imputare a una causa esterna questi fallimenti, e il capro espiatorio fu trovato nella donna da sempre vista come oggetto di desiderio sessuale e quindi peccaminoso, in più si ipotizzò che alcune di esse si fossero addirittura alleate con il demonio. Si scatenò così una spaventosa “caccia alla strega” che causò in Europa la morte tra atroci torture di quasi 2 milioni di donne. Dopo la “confessione” ottenuta con torture inventate apposta per umiliare anche psicologicamente le donne, la condanna era il rogo, e la conseguente confisca dei beni, che andavano all’ordine religioso che l’aveva scoperta e inquisita. Ecco in parte spiegato l’enorme ricchezza che alcuni ordini religiosi ammassarono nel corso dei secoli. Molte religioni relegano la donna ad un ruolo di secondo piano nei confronti dell’uomo, quella Cristiana ad esempio, dice che Eva fu creata da una costola di Adamo, certamente carne della sua carne, ma non creata assieme ad esso, e come dice la formula del matrimonio…Per amarlo e rispettarlo, in ricchezza e povertà, in salute e in malattia … Altre religioni, addirittura sostengono che la donna sia stata creata per punire l’uomo dei suoi peccati. Sempre in nome di un cattolicesimo distorto, si arrivò a degli eccessi ridicoli, che però, per secoli, hanno rovinato la vita ad intere generazioni di donne, come nella cattolicissima Spagna medioevale, dove …La donna gravida è bene che nasconda con fasciature, l’impuro frutto di una congiunzione carnale…Sicuramente queste raccomandazioni scritte in cronache dell’epoca, e giunte fino a noi, saranno soltanto il delirio mistico di qualche signorotto locale, ma che la dice lunga sulla condizione delle donne del tempo.
Per il genere femminile i secoli bui continuarono fino a la metà del 1900, a tal proposito voglio raccontare un episodio che bene illustra la situazione delle donne Carrarine a meta dello scorso secolo. Come ho avuto modo di dire in altri articoli, nei primi anni settanta intervistai alcuni cavatori, al tempo gia molto vecchi, per questioni inerenti il dialetto, ebbene queste persone mi raccontarono come erano usi trattare le loro mogli, ma non è che lo facessero per crudeltà, ma semplicemente per una distorta visione “dell’essere uomini” del tempo, oltre ovviamente al bassissimo livello culturale, era uso comune ad esempio, durante le soste nelle cantine nelle piovose giornate invernali il dire, “quel che doman i nà la moia con i oci neri i né un om!” (domani chi non ha la moglie con gli occhi neri non è un uomo,) oppure, individuato il più debole o geloso della compagnia, si facessero a turno, pesanti allusioni sulla fedeltà della moglie, fino a quando questi, esasperato, non si fosse recato a casa, e gonfiasse di botte l’ignara e innocente consorte.
Nei primi anni del 1900, negli Stati Uniti, seguiti da li a poco dall’Europa, cominciarono a nascere i primi movimenti femministi, aiutati anche dallo scoppio della prima guerra mondiale; la necessità di rimpiazzare gli uomini impegnati nelle operazioni belliche, aprì il lavoro nelle fabbriche anche alle donne, naturalmente con salari più bassi, e con minori diritti sindacali.
La scoperta da parte degli imprenditori del tempo, di questa fonte di manodopera a basso costo e praticamente senza diritti, diede un grandissimo impulso al lavoro femminile, che però piano, piano, dopo poco tempo, cominciò a prendere coscienza di se, e a rivendicare la parità lavorativa con l’uomo, questo generò molti scioperi, qualcuno degenerato con violenti scontri che causarono anche dei morti. Questa situazione non deve meravigliare, se si pensa che anche nella civilissima Italia, il voto alle donne fu concesso soltanto nel 1945. La condizione delle donne Italiane, merita un discorso a parte, essendo questa molto diversa secondo la località geografica del paese, con una prevalenza agricola nel sud, e industriale nel nord; risulta così che la donna meridionale lavorava quasi esclusivamente nei campi, oltre a mandare avanti la casa e i figli, mentre le donne del nord, escludendo quelle impegnate nelle risaie del Vercellese, erano impiegate prevalentemente nell’industria. Nei primi anni settanta, in Italia, le donne ottennero la tanto sospirata parità lavorativa con gli uomini, le Istituzioni, e alcune grandi industrie, fecero a gara ad assumere tra le loro fila donne, ma come spesso accade nelle decisioni prese sotto la spinta dell’emotività, si commise un grave errore, quello di confondere la diversità biologica, con la parità sociale, cercherò di spiegare questo concetto con un esempio pratico, mentre una donna può sicuramente pilotare un aereo come, o forse meglio di un uomo, è altrettanto vero che una donna minatore, muratore, o carpentiere, non avrà la stessa resa, dovuta alla diversa conformazione, e resistenza fisica. Così dopo un periodo di assunzioni di donne in tutti i campi, si arrivo finalmente a capire che la diversità biologica, non era un handicap, ma un vantaggio, indirizzando le donne verso quelle attività a loro più congeniali.
Anche se molto migliorata, la situazione femminile oggi è ancora in parte discriminata, tanto da costringere il Governo a dedicare a loro addirittura il Ministero delle pari Opportunità, questo dimostra come la mentalità maschile non sia cambiata di molto nel corso dei millenni. Non sarà per caso, che a noi maschietti, spaventi scoprire che l’altra metà del cielo, in effetti è tre quarti?
Volpi Mario