Il killer nascosto
Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Nella nostra epoca così evoluta e tecnologica, sono proliferate molte patologie, dovute proprio all'eccessivo consumo di sostanze un tempo rare e preziose più dell'oro. Una di queste è il sale. Usato con infinita parsimonia nell'antichità, oggi è letteralmente gettato per strada per contrastare in inverno la formazione di ghiaccio. A pensare che, proprio nella nostra zona, il contrabbando di questa sostanza, esercitato anche per favorire il Risorgimento, portò al patibolo centinaia di persone.
Il killer nascosto
La principale causa di morte nella Società moderna Occidentale è sicuramente l’infarto, e una delle patologie più comuni che ne determina l’insorgenza, è l’ipertensione arteriosa. Sono ancora ignote le cause che scatenano nell’uomo questa patologia, mentre sono ben conosciute le cosiddette concause, ossia quei fattori, come il sovrappeso, la sedentarietà, e l’alimentazione scorretta, che ne accelerano la comparsa, ma che modificando lo stile di vita, aiutano a tenerla sotto controllo. E’ ormai scientificamente provato, che una dieta iposodica, ossia povera di sale, aiuta enormemente a tenere sotto controllo l’ipertensione.
Questo prezioso minerale è indispensabile per il buon funzionamento del corpo umano, ma il suo eccesso, può provocare guai seri, come insufficienza renale, osteoporosi, ipertensione, ritenzione idrica, fino al più grave tumore allo stomaco.
Qualcuno potrà obiettare, “questo non è il mio caso, io aggiungo pochissimo sale ai cibi.” Quest’obbiezione, potrebbe essere corretta, se la persona vivesse da sola in un’isola deserta, ma assolutamente inesatta se invece vive, e lavora all’interno della Società attuale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha stabilito che al corpo umano per funzionare correttamente, necessiti di una quantità di sale giornaliera, dai tre a 6 grammi, soglia abbondantemente superata quotidianamente in modo involontario, dalla quasi totalità della popolazione. Questo purtroppo accade per il così detto “sale occulto, ” ossia aggiunto industrialmente su tantissimi alimenti pronti, che noi consumiamo normalmente, e che vanno dal pane, alla pizza, dal cornetto, al grissino, solo per citarne i più comuni, ma l’elenco è lunghissimo. E’ stato calcolato che oltre il 55% del sale assimilato giornalmente da ognuno di noi provenga da questa “fonte nascosta, ” che aggiunto al 10% contenuto in modo naturale nei cibi, ci porta ben oltre la quantità che il nostro corpo riesce a tollerare, questo, anche se noi non aggiungessimo altro sale negli alimenti cucinati da soli. Un semplice esempio: chi di noi non è mai andato, magari in compagnia di amici a mangiare un hamburger, in un Fast foods? Ebbene, questo peccato di gola contiene oltre 6 grammi di sale, quindi da solo, varca la soglia consigliata dai medici in un giorno. Altro tasto dolente, che provoca da decenni una discussione infinita tra chi è contrario, e chi è favorevole, è l’uso nell’industria alimentare di sostanze dette “ esaltatori di sapidità, ” come il glutammato monosodico, una sostanza aggiunta con lo scopo di migliorare le qualità organolettiche di alcuni cibi, come dadi da brodo, zuppe, minestre pronte, ecc.
I favorevoli dicono che essendo in grado di abbassare anche del 30% il sodio presente nel cibo, sia da considerarsi un additivo utile, mentre i contrari sostengono che così facendo si abitua il gusto del consumatore, al sapido, costringendolo ad aumentare la quantità di sale. Non solo, i contrari sostengono anche, che l’uso di questa sostanza, sia in realtà una vera e propria truffa ai danni dei consumatori, perché è in grado di far sentire ”squisito” anche cibo di bassa, o pessima qualità.
Mentre alcune industrie alimentari fanno largo uso di sodio, altre, fanno della lotta al sale, il loro cavallo di battaglia. Come una nota Marca di acqua minerale, che investe milioni di Euro in campagne pubblicitarie, dove si esalta il basso contenuto di sodio presente nel loro prodotto, e che assicurano, che la loro acqua “aiuta a eliminare l’acqua”.
Tutte bugie. Anche alla presenza di un’acqua ricchissima di sodio, per avvicinarci soltanto, alla quota giornaliera raccomandata dai medici, occorrerebbe consumarne in media più di 50 litri, cosa evidentemente impossibile, in quanto poi all’acqua che elimina se stessa, è forse una delle castronerie più esilaranti mai usata in pubblicità. Come bugie sono quelle dette ad altri produttori che assicurano che la loro acqua contiene elementi che aiutano la digestione, o addirittura, regolino le funzioni intestinali, o facciano fare tanta “plin, plin”. E’ proprio in caso di dirlo, scoprendo “l’acqua calda”! Chiunque beva una buona dose d’acqua di qualunque qualità, e soggetto a urinare, ed è l’acqua che regola le funzioni intestinali, mentre per il resto bisogna rilevare che gli elementi contenuti nell’acqua sono tutti “inorganici” e quindi non utilizzabili dal nostro organismo. Il sale, oggi dal prezzo irrisorio, era un tempo più prezioso dell’oro, perché era l’unico modo per la conservazione dei cibi, e per molte lavorazioni al tempo esenziali, come la concia delle pelli. Per secoli la sua estrazione e commercializzazione, e stata oggetto di monopolio da parte del potente di turno, che si assicurava così, con un forte Dazio, un introito sicuro, a scapito della povera gente, che in alcuni casi, per sopravvivere a tasse e balzelli, è stata costretta a scatenare sanguinose rivolte. La necessità dell’uso di questo prezioso elemento, ha creato nei millenni, un fiorente commercio, che si svolgeva in prevalenza dalle zone costiere a quelle interne, creando delle vere e proprie “vie del sale” ossia sentieri e mulattiere, che percorrendo sempre gli stessi itinerari, favorirono così la nascita di locande, e caravanserragli, che piano, piano, si trasformarono in villaggi, e città, alcune delle quali giunte fino a noi. Una di queste vie, era presente anche nella nostra zona, e seguiva lo spartiacque naturale che da Gragnana, porta a Castelpoggio, e da qui, come scriveva Emanuele Repetti “ … varca l’Alpe Apuane al monte di Forca andando verso la Lunigiana e l’Emilia …” Certamente antecedente alla Francigena, che per lunghi tratti ne usava il percorso, questa via, era così importante nei tempi antichi, che per secoli fu causa di guerre per il suo controllo, con le più recenti combattute tra i Genovesi, e i Malaspina, che costruirono a Castelpoggio una sorta di dogana-fortezza proprio per la sua sicurezza, ma soprattutto per ostacolare il contrabbando di sale attraverso il paese di “Niccola” (Nicola). Il fenomeno del contrabbando nel territorio Apuano però, non si riuscirà mai a sradicarlo, anche perché era un modo per sopravvivere delle classi più povere. A tal proposito, e in epoche molto più recenti, attorno al 1900, si racconta, che molti fornai panificassero usando l’acqua di mare, e che gli abitanti di Avenza e Marina, contrabbandassero il sale con i paesi a Monte, usando un curioso espediente. Per non insospettire i Doganieri, si facevano accompagnare dai loro bambini, tra le cui vesti erano nascosti piccoli involti di sale, che si otteneva facendo bollire l’acqua di mare, da scambiare con farina di castagne, e castagne secche. Anche nella vicina Liguria, si escogitò un modo di contrabbandare il sale verso la Lombardia e il Piemonte davvero curioso. Si nascondeva in barili pieni per meno della metà di acciughe salate, tanto che alcuni storici pensano che la famosa “ bagna càuda” piemontese, abbia avuto origine da questa pratica.
In Italia il Monopolio del sale è rimasto in vigore fino al 1975, con un prelievo fiscale, da parte dello Stato, che era pari a ben il 70% del costo totale di produzione.
Mario Volpi
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