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Sezione a cura di Mario Volpi
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Magister murario

Medioevo carrarino

Spetta/le Redazione
22 DIC 2011
A di x maggio m.dlvii si cominciarono le muraglie di Carrara al ponte della Lugnola. dice la lapide marmorea murata a palazzo Bernabò in via Nuova. Non si hanno notizie di chi le abbia progettate e costruite, se ingegneri “nostrani” o forestieri. Mi è piaciuto pensare che fosse uno di Carrara, e siccome al tempo solo i Monasteri poteva fornire un’istruzione di alto livello, ho immaginato che fosse uno dei tantissimi “orfani” abbandonati dentro le ruote dei Conventi, pratica al tempo tutt’altro che infrequente. Purtroppo di quell’opera grandiosa rimangono pochissime tracce,(scuole di Grazzano) ed è un vero peccato.

Il caldo era asfissiante. Nugoli di libellule volavano leggere sull’Aventia, ridotto a un ruscello, un folto gruppo di bambini seminudi e schiamazzanti, giocava nelle poche pozze rimaste, in barba agli “Statuta” * che proibivano di intorbidirne le acque. Sopra l’argine destro, il Magister murario, * accaldato sotto la tenda improvvisata, li invidiava; lui non aveva mai avuto una fanciullezza così spensierata.
Gli avevano detto che era stato messo nella ruota, * presso il Monastero dei frati benedettini di Vezzala a Carrara, in una fredda notte tempestosa. Crescere in Monastero non era stata certamente una infanzia dolce e spensierata, ma almeno il vitto e l’alloggio erano assicurati. Dotato di una vivida intelligenza, all’età di sette anni, leggeva con padronanza il Salterio, * cosa che indusse il Priore a inviarlo, per approfondire gli studi, all’Abbazia benedettina di San Caprasio, * in quel di Aulla. Lì si scoprì che era molto portato allo studio del Quadrivio, * cosa che lo impegnò per molti anni. Un Aedificator * si avvicinò per chiedere un chiarimento, il Magister spiegò il grosso foglio di pergamena che aveva sul tavolo improvvisato, e mostrò all’uomo il particolare che interessava, poi si rituffò nei suoi ricordi.
Finalmente dopo tanti anni, la dea bendata si era accorta di lui. In occasione di alcuni lavori presso l’Abbazia, conobbe il capitano Jacopo Diana *, costruttore di fortezze e castelli, che lo prese con sé. Il capitano lo trattò come il figlio maschio che non aveva mai avuto, ed egli ricambiò, dedicandosi con sempre maggior impegno al lavoro, portando quella ventata di novità creativa, e di freschezza intellettuale che gli venivano dall’entusiasmo, e dalla giovane età. Un giorno il capitano lo mandò a chiamare, e gli disse” Ho ricevuto l’incarico dall’Illustrissimo Marchese di Massa e Carrara, Alberico I Cybo Malaspina, di costruire delle muraglie nove intorno alla città, io sono ormai avanti con gli anni, perciò vorrei che fossi tu il Magister murario, fai il progetto, ed io lo mostrerò al Marchese.” Lanfranco, questo era il suo nome, rimase come stordito da quella notizia, da un lato era lusingato, ma dall’altro sentiva la paura attanagliargli lo stomaco, sarebbe stato in grado di eseguire da solo quel compito grandioso? Il capitano fece finta di non notare l’apprensione di Lanfranco e continuò “ Il lavoro dovrà procedere di almeno 500 canne all’anno, e ogni canna dovrà essere come ordinariamente si costuma, di brazza quattro la canna quadrata, come si misura in paese; e dette muraglie dovranno essere ricciate di fuori.”*
Dopo un comprensibile momento d’incertezza, Lanfranco si mise al lavoro, e dopo meno di un mese il progetto fu pronto. Le muraglie, avevano una forma esagonale, vagamente a stella, ed erano progettate per sopportare un assedio portato anche con le nuove armi; i cannoni. Aveva voluto i bastioni sporgenti, per permettere ai cannoni posti in difesa, di avere un ampio campo di tiro fin sotto le mura. Queste avevano uno spessore di “brazza quattro”* (circa due metri) e un’altezza di “brazza dodizi”* (circa 6 metri) costruite con ciottoli ricavati dall’Aventia, e da sassi di scarto delle cave, murati a “opus incertum”* ingentilite da cordoli e spigoli di marmo bianco.
Avevano ben cinque porte di cui tre “Monumentali” che avrebbero impressionato il viandante per la loro magnificenza e grandiosità. La Porta Liguria (Lugnola) era posta all’inizio della via Carriona, consisteva in un grande arco in marmo bianco dotato di una cornice floreale con al centro lo stemma della famiglia Malaspina. La Porta Lunigiana (Grazzano) posta sulla strada che porta verso Castelpoggio e la Lunigiana, molto simile alla prima, e infine la più imponente, Porta Maestra, posizionata nei pressi del Castello del Principe, dotata anch’essa di portale marmoreo sovrastato da alti pinnacoli, da cui si accedeva sulla via per Massa.
Aveva progettato anche altre due porte meno imponenti ma assai importanti per la vita cittadina, la Porta del Cavallo o del Lazzotto, posta sulla via Carriona verso monte, e la Porta del Piano, aperta nei pressi di Piazza Alberica, verso Lavenza e la pianura. Rimaneva dell’antica cinta muraria, anche se con funzioni secondarie, solo Porta del Bozzo, che non aveva potuto essere abbattuta perché inglobava alcune case. I lavori erano iniziati da oltre cinque anni, e anche se aveva dovuto affrontare diversi intoppi, poteva dirsi soddisfatto. Aveva già completato la parte al di là dell’Aventia, che racchiudeva Grazzano, il Cafaggio, e la Lugnola, doveva ancora edificare quelle che costeggiando Piazza Alberica sarebbero arrivate fino al Castello, per poi ripiegare verso l’antica Porta del Bozzo. Ora, in quell’estate caldissima, stava dirigendo i lavori degli oltre cento operai, nei pressi della Porta Liguria. All’improvviso arrivò ventre a terra un armigero che, appena lo vide, scese di sella e urlò, “ Messere, il Principe Alberico è morto.” Lanfranco fece immediatamente cessare i lavori in segno di lutto, non sospettando che non sarebbero stati ripresi per lungo tempo.
Le mura saranno terminate molti anni dopo, dal successore di Alberico, Carlo I. Lanfranco sarà sempre il Magister murario, e il suo progetto originario sarà rispettato.

Volpi Mario


  • Statuta    Statuti

  • Magister murario  L’equivalente del moderno architetto

  • Ruota    Dove venivano un tempo posti i neonati per abbandonarli nei      Conventi

  • Salterio   Libro dei Salmi

  • S. Caprasio   Antichissima Abbazia Benedettina ad Aulla

  • Quadrivio   Le antiche arti liberali comprendenti Aritmetica, Geometria,      Astronomia, Musica

  • Aedificator   Antico capomastro

  • Jacopo Diana   Uno dei tre  reali titolari dell’appalto della costruzione delle mura

  • 500 canne ...   Frase tratta da antichi documenti

  • Brazza    Antica unità di misura

  • Opus incertum  Antica tecnica edilizia romana

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