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Bulloni … intelligenti!

Attualità
Spetta/Le Redazione
Io sarò giurassico, ma una macchina che prende decisioni in modo autonomo, mi fa un pò paura!
Sono le due di notte di un giorno qualsiasi, quando il suono del telefono vi desta di soprassalto. E’ vostro figlio che angosciato dice che è stato arrestato nel paese vicino e che servono 400 € per pagare multa e avvocato, altrimenti verrà processato. Arriverà a minuti un suo amico per ritirare il contante. L’amico col contante è uscito da poco quando vostro figlio rientra tranquillamente, e alle vostre domande allarmate cade dalle nuvole, lui era a casa della fidanzata e non sa neppure di cosa state parlando. Eppure la madre conosce bene la sua voce, ed è sicura che fosse proprio lui. Ed è qui l’errore, non era lui ma l’Intelligenza Artificiale. Purtroppo questa truffa è già stata messa in atto molte volte, e quasi sempre le vittime ci cascano in pieno, perché la voce dei loro congiunti è inconfondibile e loro la conoscono bene. Ebbene per far “dire,” qualsiasi cosa si voglia ad un personaggio qualsiasi, è facilissimo, purché in Rete ci sia almeno cinque secondi della sua voce registrata. Esistono decine di programmi, molti addirittura gratuiti, che una volta scaricati, usando la voce campione, basta digitare il testo che si vuole che il “clone,” dica e il gioco è fatto. Questa è una delle infinite applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, usata ovviamente per scopi fraudolenti. Ma si sa, che mentre una parte dell’ingegno umano cerca di trovare modi e metodi per alleggerire il peso della vita, la parte malvagia dello stesso ingegno la usa esclusivamente per scopi malefici. Ma non finisce qui. Con la A.I, è possibile confezionare video non solo falsi, ma addirittura clamorosi, per esempio dove il Presidente degli Stati Uniti d’America dichiara guerra alla Russia o a qualsiasi altro Paese, e vi posso assicurare che scoprire che e un Fake, non è per nulla facile. Ma cosa è l’Intelligenza Artificiale, e chi l’ha inventata? Questa disciplina nasce a opera di Alan Turing, considerato a ragione il padre dell’Informatica negli U.S.A, nel lontano 1956, e a dire dello stesso Turing, “si può parlare di Intelligenza Artificiale, quando il comportamento di una macchina è indistinguibile da quello umano.” Dato la sua complessità, si può affermare che è passata dalla teoria alla pratica a partire dagli anni ottanta, con le prime macchine “pensanti.” Oggi la A.I è presente praticamente in quasi tutti i congegni ad alta tecnologia che noi usiamo quotidianamente, dallo Smartphone, per arrivare al CIMUN il robot astronauta della IBM nello spazio insieme agli astronauti, in grado di riconoscere i volti, rispondere a comandi vocali, e fluttuare senza problemi a gravità zero. I campi dove è presente sono i più vari, e spesso impensabili, come la ricerca medica, le analisi di mercato, l’alta finanza internazionale, l’antiterrorismo, le previsioni meteo, e purtroppo nello sviluppo di armamenti sempre più letali. I Paesi che sono leader in questo settore sono ovviamente gli U.S.A, tallonati da vicino dalla Cina e dalla Corea del Sud, mentre la U.E per il momento arranca, ma per un motivo a mio avviso più che valido. Come abbiamo visto l’uso della I.A deve essere regolamentato con leggi e regolamenti che mettano al sicuro dall’uso improprio di questa tecnologia a scapito dei cittadini. Prima delle elezioni americane scoppiò un vero e proprio scandalo informatico che vide coinvolto il famoso social Facebook, cui una non ben specificata Società di marketing, aveva rubato, e usato all’insaputa di tutti circa cinquanta milioni di nominativi di utenti, che si dice abbia usato addirittura per influenzare il voto degli americani. Questo scandalo è costato a Facebook oltre due miliardi di dollari di perdita delle sue azioni, questo per dire quanto sia pericoloso l’uso improprio di questa tecnologia. In Cina ad esempio, si dice che siano state installate milioni di videocamere, in grado di riprendere chiunque passi per strada, o i luoghi pubblici, e che un potentissimo software tramite il riconoscimento faciale possa tracciare gli scomparsi, i delinquenti, ma anche cittadini ricercati dal regime, cosa che in Europa sarebbe inconcepibile. Oltre alla palese violazione della privacy, vi è la questione giuridica. Facciamo un esempio, se un’auto senza conducente, per un guasto del sistema causa un incidente, chi sarebbe il responsabile, il costruttore, il programmatore, o chi gli ha concesso il permesso di circolare? Vi è poi l’etica, ossia bisogna assicurarsi che il sistema tratti tutti gli utenti allo stesso modo, e non magari perché il suo programmatore è razzista, discrimini le donne, le persone di colore, o di etnia diversa dalla sua. In Europa si stima che questa nuova tecnologia possa arrivare a fare un fatturato di oltre cinque miliardi di Euro, ma per adesso la U.E è fanalino di coda nella corsa alla I.A. Prima di generare ricchezza però, c’è il rischio concreto che questa nuova tecnologia provochi una vera e propria ondata di disoccupazione, penso agli annunciatori, doppiatori, e a tutti coloro che si guadagnano da vivere con la loro voce. In Italia poi, sono poche le piccole Aziende che hanno investito nella I.A, anche perché, nel settore manifatturiero, dove l’Italia è leader, impera la creatività che ovviamente non può essere delegata a una macchina anche se pensante. Non vi sono dubbi, che questa tecnologia sarà dominante nei prossimi decenni, arrivando a livelli oggi inimmaginabili, che alleggeriranno di molto i lavori più gravosi o noiosi alle prossime generazioni, ma sta a noi, adesso, a far sì che in futuro non diventi una vera e propria piaga sociale.
Mario Volpi 26.3.23
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