Edilizia mortale
Attualità
Spetta/Le Redazione
Pochi sanno, che una "strage degli innocenti" simile a quella narrata dal Vangelo, è effettivamente avvenuta in Italia, e purtroppo è ancora in atto.
In Italia, gli anni sessanta
sono stati protagonisti di una rinascita economica e sociale epocale, con
innovazioni tecnologiche impensabili solo pochi anni prima. Complice una
maggiore disponibilità economica causata dal boom economico, aiutata da un progresso
tecnologico soprattutto sui materiali da costruzione, quegli anni sono stati
caratterizzati da un prodigioso sviluppo dell’edilizia sia civile che
industriale. Si sentiva forte il bisogno di riparare, o costruire ex novo
opifici distrutti o fortemente danneggiati dalla guerra, ma lo si faceva in
modo, e con materiali nuovi, che potevano accelerare di molto i tempi di
costruzione, e soprattutto abbassarne sensibilmente i costi. Questi materiali
in sostanza si dividevano in due tipologie, quelli metallici, e quelli in
cemento. La siderurgia aveva avuto un progresso tecnologico notevole, tanto che
ora era in grado di fornire un buon numero di profilati metallici di diverse
forme e spessori, in più questi profilati potevano essere “zincati a caldo,” un
nuovo procedimento che in pratica proteggeva il metallo dalla corrosione senza
più alcun bisogno di vernici e manutenzione. L’altra tipologia invece forniva
travi, solette, pareti e perfino coperture in cemento armato precompresso, che
garantivano una solidità all’edificio, e una velocità di esecuzione un tempo
impensabile. Così, nelle periferie delle città grandi e piccole, cominciarono a
sorgere capannoni più o meno grandi, che ospitavano piccole
fabbriche, botteghe di artigiani, e alcune nuove attività come le officine
automobilistiche e le carrozzerie, necessarie per la riparazione del parco auto
italiano che si faceva di anno in anno più corposo. Fu proprio nell’edilizia che
uno dei nuovi materiali trovò la sua maggiore applicazione. I capannoni
industriali con la maggiore velocità di costruzione, e più economici, avevano
una larghezza standard, di due misure, e ora ne spiegheremo il motivo. Erano
realizzati con la struttura metallica zincata, e con le pareti di tamponatura
costruite con i nuovi manufatti di cemento chiamati “cellublock,” mentre la
copertura era fatta di un nuovissimo materiale, economico, e dalle
caratteristiche quasi fantascientifiche: l’Eternit. Queste lastre ondulate
erano realizzate con amianto impastato con il cemento, e garantivano un buon
isolamento termico, e soprattutto, come diceva il loro nome, erano pressoché
eterne. Avevano due raggi di curvatura standard, ecco dunque la diversa
larghezza dell’edificio, mentre per la sua lunghezza non vi erano limiti. Si
cominciarono a costruire anche scuole, palestre, case per edilizia popolare, e
i primi grandi condomini privati. Molti di questi edifici furono realizzati
utilizzando a profusione i nuovi materiali e le nuove metodologie a basso
costo, così la quasi totalità delle coperture erano in Eternit, come con lo
stesso materiale erano realizzate canne fumarie, tubi di scarico, e perfino i
grossi serbatoi di acqua potabile posti sui tetti per garantire una buona
pressione di esercizio per tutti. Ma le innovazioni tecnologiche non finivano
qui. Fu realizzato un nuovo sistema di pavimentazione, con mattonelle di un
nuovissimo materiale, multicolore, estremamente sottile e leggero, di facile
pulizia, fonoassorbente, ignifugo, e soprattutto a basso costo, realizzato con
laminato plastico e amianto; il Linoleum. Nelle scuole di nuova costruzione,
vennero installati anche il nuovo sistema di riscaldamento con termosifoni in
ghisa, e per evitare la dispersione di calore, le tubature in ferro erano
coibentate con fasce di Asbesto imbevute di collante, cosi come il locale
caldaia, e il retro di ogni termosifone erano spruzzati con uno spesso
strato di Amianto fioccato impastato con cemento. La richiesta di materiale in
fibrocemento era così alta che, lo stabilimento Eternit, di Casale Monferrato,
non era più in grado di far fronte alla richiesta, e così nella zona Apuana
sorse una nuova fabbrica per la sua produzione, che fu chiamata Fibronit.
Questo materiale con proprietà quasi miracolose, fu impiegato a profusione in
vari settori; dalla nautica, all’edilizia, dall’industria automobilistica, e
quella meccanica, per finire perfino all’interno di prodotti cosmetici. Ma
purtroppo, in pochi anni, ci si accorse di quanto fosse grave e mortale il lato
“oscuro” di questo materiale. Per la verità, oggi sono in molti ad affermare
che della sua pericolosità si sapesse da decenni, ma per non scontentare il
“dio denaro,” chi sapeva, si guardò bene dal parlarne, condannando a morte migliaia
di lavoratori. Il meccanismo della nocività dell’Amianto è di per se abbastanza
banale, ma forse proprio per questo micidiale. Le sue microscopiche fibre,
entrano per inalazione nei polmoni, e quando alcune di loro passano la Pleura,
provocano una infiammazione delle cellule che da origine a un terribile tumore
polmonare; il mesotelioma pleurico. Questo tumore oltre che letale, è anche
subdolo, perché dall’inalazione delle fibre alla sua comparsa possono passare
più di trenta anni. Si pensi che alla Eternit di Casale Monferrato, si sono
ammalate di mesotelioma pleurico e sono morte, anche le mogli dei lavoratori,
solo per aver spazzolato e lavato i loro indumenti da lavoro. Anche alla
Fibronit di Carrara Avenza, la quasi totalità dei lavoratori è deceduta per la
stessa malattia, incrementando così le migliaia di casi che si sono verificati
in tutta Italia. Alcuni anni fa il Governo Italiano, pensò di anticipare la
pensione per tutti quei lavoratori che erano stati esposti a questa micidiale
sostanza, per permettere loro, almeno fin quando stavano ancora bene, di poter
godere della compagnia della famiglia. Oggi in Italia, nonostante la campagna
di rimozione dell’amianto sia cominciata da decenni, in parte sovvenzionata da
Regioni e Comuni, esistono ancora migliaia di tonnellate di manufatti in
fibrocemento, come coperture, contenitori o tubature, che oggi, essendo le
agevolazioni finanziarie terminate, frenano di molto la loro rimozione. Questo
purtroppo, con il progressivo degrado dei manufatti dovuto al tempo, e
all’azione degli elementi atmosferici, accentua il rischio per le persone che
abitano nelle vicinanze. Migliaia di persone hanno perso la vita, e purtroppo
almeno per un altro decennio, accadrà ancora, si spera solo che nel frattempo
la scienza medica trovi un rimedio, a questa vera e propria “strage degli
innocenti” causata dall’avidità umana.
Mario Volpi 25.11.22
Racconti di questa rubrica