I paradossi del terzo millennio
Attualità
Spetta/Le Redazione
Chi avrebbe mai detto che lo spazzacamino sarebbe
tornato nel terzo millennio? Ma non è l'unico mestiere che sta tornando alla
ribalta, alla faccia del progresso e dell'intelligenza artificiale.
Gli
italiani nati attorno alla metà del secolo scorso, si sono sentiti ripetere una
specie di mantra dai propri genitori” ninin studi, senò aien le pecre o le
cave!” (piccolo studia altrimenti ci sono le pecore o le cave.) Effettivamente
al tempo, per chi poteva, l’unico modo di affrancarsi da una vita di fatiche inumane
e sottopagate, erano proprio gli studi. Un semplice ragioniere, o un geometra,
potevano ambire a una vita impiegatizia, infinitamente più agiata, e meglio retribuita,
e non ultimo, salire in modo esponenziale nella scala gerarchica sociale del
tempo. Questa distinzione, è stata magistralmente descritta, anche se in chiave
comico-satirica, dai film della serie Fantozzi, interpretati dal grande Paolo
Villaggio. Già al tempo però, con i primi embrioni della rivoluzione
industriale, gli “operai di fabbrica” occupavano un gradino superiore nei
confronti di contadini, pastori, spazzacamini, arrotini, ossia di quelle serie
infinita di piccoli artigiani, che pur essendo necessari alla vita del tempo
erano considerati quasi dei paria. Con l’inarrestabile avanzata del progresso,
in pochi decenni molti mestieri e professioni vecchie di secoli sono state
spazzate via perché credute ormai inutili in un mondo moderno e iper
tecnologico. I profeti del “progresso” ad ogni costo, si sperticavano in lodi
per questa nuova svolta tecnologica, che a loro dire proiettava un Paese
dall’Era Pré-industriale a quella super tecnologica ed efficiente del terzo
millennio. Ma ben presto gli effetti si cominciarono a vedere, e non erano per
nulla piacevoli. Si cominciò con la perdita di migliaia di posti di lavoro, e
con la chiusura di manifatture centenarie, conosciute in tutto il mondo per la
qualità dei loro prodotti. La mancanza di un’intera categoria di piccoli
artigiani, come orologiai, sarti, o calzolai, costrinse la Società a gettarsi
anima e corpo in un consumismo sfrenato, che impoverì ulteriormente una classe
operaia economicamente già depressa. Questa scelta sociale scellerata, favorì
in modo inconsapevole una massiccia importazione verso l’Italia di una vera e
propria marea di cianfrusaglie a basso costo di pessima qualità, provenienti
dai Paesi asiatici, per sostituire i prodotti nostrani costruiti a regola d’arte,
e quindi a un costo più alto. Sembrava inevitabile che alla parola “progresso”
fosse affiancata la parola “profitto.” Per anni in Italia la parola più usata e
sentita dopo le due sopracitate fu sicuramente “automazione.” Così migliaia di
operai furono sostituiti da robot, mentre intere fabbriche trasferivano le loro
produzioni nei cosiddetti paradisi fiscali, per pagare meno tasse, ma
soprattutto, dove il mercato delle “braccia” era ancora a basso costo. Ma un
antico adagio dice che “il Diavolo fa le pentole e non i coperchi” così quando
anche i proprietari di quelle braccia cominciarono a reclamare i propri diritti,
le imprese si trovarono in grande difficoltà, perché si erano accorte che la
delocalizzazione aveva comportato una enorme perdita di professionalità. Ma il
progresso è inarrestabile, soprattutto quando è legato al tornaconto economico,
così ci si spinse sempre più in la nella voglia un pò egoistica di sostituire
gli uomini con le macchine per guadagnare di più. Dopo anni di sperimentazioni
segrete, oggi sempre più prepotentemente è esplosa una vera e propria nuova
frontiera tecnologica, le cui potenzialità spaventano perfino i suoi inventori;
l’intelligenza artificiale. Questa nuova tecnologia ha generato sui suoi
inventori la stessa reazione che a metà del 1800 provocò su Alfred Nobel, il
chimico svedese che inventò la dinamite. Lo scienziato, quando si rese conto di
come poteva essere impiegata la sua invenzione, con i proventi del brevetto istituì
un premio (premio Nobel) quasi per lavarsi la coscienza per aver causato
all’umanità insieme a qualche opera meritoria, anche uno spaventoso numero di
lutti e distruzioni. La I.A. come viene abbreviata questa tecnologia, ha già
mostrato i primi sconvolgimenti che da qui a pochi anni causerà, questa volta
però tra i “colletti bianchi,” come ingegneri, architetti, giornalisti, e tutte
quelle figure che un algoritmo, o un ologramma parlante potrà tranquillamente
sostituire. Si dice che anche il mondo dello spettacolo subirà una vera e
proprio rivoluzione occupazionale, con la sostituzione di attori, presentatori,
sceneggiatori, cantanti, e di tutte quelle figure professionali che non
svolgono un lavoro con le mani. Infatti, proprio qui è nato un gigantesco
paradosso. Tutti quei lavori manuali, un tempo così bistrattati e tacciati di
essere “obsoleti, ” non solo sopravvivranno alla grande innovazione, ma alcuni
di questi sono già diventati importantissimi nel mondo moderno. Provate a
chiamare un idraulico, un elettricista, o un muratore, poi capirete che questi
artigiani sono tornati ad occupare nella Società moderna il posto che spetta
loro di diritto. A tal proposito, in Italia è nata la prima scuola di
pastorizia, e lo spazzacamino, oggi detto fumista, è l’unico che può
certificare se il vostro caminetto è a norma, e questo in barba a tutte le
intelligenze artificiali del mondo.
Mario Volpi 29 7 23