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C’era una volta … l’edicola!

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
L'inizio del terzo millennio, ha portato con se una vera e propria rivoluzione culturale, soprattutto nei Media, passando in meno di due decenni, dalla penna e l'inchiostro, al digitale. Come tutte le rivoluzioni, anche questa ha avuto le sue vittime. Così istituzioni centenarie, e un gran numero di mestieri sono spariti per sempre.

Quando ero piccolo, attorno ai primi anni cinquanta, la domenica mattina, mio padre mi portava all’edicola del paese a comprare il quotidiano per lui, e il “Corriere dei Piccoli” per me. Non sapevo ancora leggere, ma mi piaceva “vedere” i fumetti, come ad esempio, il Sig. Bonaventura, che combinava sempre qualche guaio, ma alla fine la sua sfacciata fortuna, trasformava il suo disastro in un atto meritorio, tanto che c’era sempre qualcuno che gli regalava “un milione, ” cifra a quei tempi più che mitica. Questo giornalino settimanale, è stato uno dei primi fumetti italiani, è ottenne un successo mirabile, arrivando ad avere una tiratura di oltre seicentomila copie. Oggi, andare in edicola è cosa da poco, quasi una banalità, ma al tempo, per me, era una festa. Mi piaceva l’odore di carta e inchiostro, che si respirava all’interno di quel piccolo stanzino, pieno delle prime “riviste,” come si chiamavano al tempo, i settimanali per “grandi,” come il mitico Grand Hotel, appesi in bella vista, con delle semplici mollette da bucato, a un filo teso da parete a parete. Fuori erano esposte le locandine dei quotidiani, che in dialetto si chiamano “boletino,” con stampato in grassetto il titolo “civetta,” come si dice in termine giornalistico, fatto apposta per invogliare la gente ad acquistare il giornale. Al tempo il quotidiano costava 20 Lire, e i giornali principali di Carrara erano due, Il Telegrafo, che si trasformerà poi in Il Tirreno, e La Nazione Italiana, che diverrà poi La Nazione, anche il formato era molto più grande di quello attuale. Le edicole erano diffusissime, praticamente, una ogni quartiere, ed erano dei veri e proprio luoghi di aggregazione per la popolazione di ogni età. Quasi tutte aprivano quando era ancora notte, appena passava la Fiat “giardinetta” furgonata, o il camioncino Balilla, con il cassone coperto da un telo cerato, che trasportavano i pacchi di quotidiani legati strettamente con lo spago. Proprio per via dell’ora antelucana, anche qualche cavatore faceva a tempo a passare per leggere, o per farsi leggere, il boletino, mentre i barbieri e i baristi compravano una copia da mettere in negozio. Anche noi bambini, quando andavamo a scuola, era l’edicola, il nostro punto di riferimento. Oltre a vendere lapis e quaderni, forniva una serie pressoché infinita di “pennini” per le penne a inchiostro, che noi trasformavamo in giavellotti da piantare sul banco di legno. Non vi è dubbio che la diffusione dell’edicole, abbia notevolmente migliorato l’alfabetizzazione della popolazione italiana. Gli imprenditori dell’editoria, puntarono immediatamente sul nuovo mercato costituito dalle nuove leve in età scolare, sfornando i primi fumetti, in formato “striscia,” e per questo molto economici. Personaggi come Tex Willer, Capitan Miki, Black Macigno, e L’Uomo Mascherato, solleticarono subito la fantasia di milioni di ragazzi, decretandone il successo editoriale che durerà decenni. Agli inizi degli anni sessanta, poi, l’offerta editoriale rivolta ai ragazzi si arricchirà di un nuovo sistema di vendita. La Panini, metterà in commercio una piccola bustina di carta, con all’interno alcune figurine dei calciatori del tempo, al costo di 10 Lire. Il successo fu immediato e strepitoso, tanto che a distanza di decenni questa Ditta, è ancora ben viva, e presente sul mercato italiano. Anche il mondo dei quotidiani si evolverà, incrementando le vendite per via di una popolazione più istruita, ma soprattutto per il proliferare delle testate giornalistiche, anche locali, che arriveranno a oltre cento. Perfino la politica puntò molto sull’editoria, fondando, o rilanciando giornali. Tra i più noti figurava certamente l’Unità. Quotidiano a tiratura nazionale oggi scomparso, era l’organo ufficiale del Partito Comunista Italiano, tanto da essere addirittura distribuito la domenica mattina, porta, a porta, dai simpatizzanti. I quotidiani erano in edicola tutti i giorni dell’anno, escluso solo Natale e Capodanno. Per rifornire la nuova industria sorge ad Arbatax in Sardegna, una gigantesca cartiera, specializzata nella fabbricazione di carta da giornali e rotocalchi. In poco tempo questa diventa la più importante industria, non solo Italiana ma Europea. Costruisce perfino due navi di proprietà, per il trasporto della carta verso il “continente,” che avranno come capolinea, proprio il Porto di Marina di Carrara. I giornali più importanti avevano una Redazione con centinaia di giornalisti, alcuni dislocati in grandi città estere come Londra, Parigi, e New York, come corrispondenti, oltre a possedere stamperie proprie, con le gigantesche, e al tempo modernissime rotative. Poi quasi di colpo tutto cambiò. Con l’avvento dell’Era digitale, i computer, prima e gli Smart phon poi, le notizie corrono, e diventano vecchie un secondo dopo la loro pubblicazione. Per la carta stampata inizia un lento ma inarrestabile declino, aggravato anche dalla massiccia perdita della pubblicità, incanalata dalle aziende verso Media più moderni e visibili. Molte testate chiudono, mentre altre riducono drasticamente il personale di Redazione, facendo un ricorso massiccio a giornalisti e fotografi free lance, pagati un tanto ad articolo. Le grandi Cartiere come Arbatax chiudono, smobilitando centinaia di addetti. A cascata anche le edicole vanno in sofferenza, e per molte di esse, sarà la fine. Alcune cercano disperatamente di salvarsi vendendo giocattoli, o schede telefoniche, ma la chiusura è solo rimandata. Oggi a Carrara, edicole storiche hanno chiuso i battenti da anni, perfino quella alla Stazione ferroviaria di Carrara Avenza, un tempo meta obbligata per l’acquisto di “qualcosa da leggere” per chi doveva compiere un lungo e noioso viaggio in treno, e quelle rimaste in attività si contano sulle dita di una sola mano. Si chiude così un’epoca che ha visto, forse per la prima volta, il profitto commerciale delle edicole, aiutare un’intera Nazione a uscire dall’analfabetismo culturale.
Mario Volpi
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