Un genio misterioso
Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Anche se un cronista della Tv Francese ha recentemente affermato che Vinci è un paesino della Francia e che Leonardo era un genio francese, salvo poi chiedere scusa per la magra figura, il 2 maggio in tutto il mondo si è celebrato i cinque secoli dalla sua morte. Leonardo, oltre una dei più grandi geni dell'umanità, è stato il personaggio più misterioso del Rinascimento italiano, e a tutt'ora i suoi misteri sono ancora ben custoditi nelle nebbie del tempo.
Un genio misterioso
Il due maggio scorso, in tutto il mondo si è celebrato i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il genio italiano più grande del mondo, e sicuramente il più misterioso.
Leonardo nacque in un piccolissimo Borgo nei pressi di Vinci, Anchiano, il 15 aprile del1452, frutto di una “scappatella” di suo padre un notaio che si chiamava Piero, e Caterina. Alcuni dicono una serva, altri una lavandaia, comunque donna di modesta estrazione sociale. Sulle sue opere si sono versati fiumi d’inchiostro, perché egli, oltre che eccelso pittore, era anche, scultore, anatomista, ingegnere, architetto, scenografo, disegnatore, musicista, e progettista. Ciò nonostante, non conoscendo il latino, al tempo la lingua dei sapienti, si definiva “omo senza lettere.”
Si sa che dopo un tentativo di formazione culturale, all’interno della casa di famiglia, dove egli imparò a scrivere alla rovescia a mano mancina, fu inviato come ragazzo di bottega dal Verrocchio, già al tempo una delle botteghe artistiche maggiormente quotate nella Firenze del tempo. Qui apprese l’arte del disegno e della pittura, ma anche i rudimenti della carpenteria, della meccanica, dell’architettura, e dell’ingegneria, materie necessarie per rendere al meglio nei dipinti, e realizzare sfondi e paesaggi, per scenografie teatrali. Il suo soggiorno alla scuola del Verrocchio fu alquanto breve, e dopo per ben quattro anni di Leonardo si perdono le tracce. Che cosa ha fatto in questo lungo periodo? Questo è uno dei primi misteri che sicuramente resteranno tali per sempre. Tralasciamo per un attimo i suoi dipinti, i più noti dei quali giudicati opere immortali, e concentriamoci sulle sue altre attività. Egli aveva l’abitudine di scrivere i suoi appunti, su dei quaderni al tempo, chiamati Codici. Su questi quaderni, faceva schizzi o annotazioni di argomenti spesso diversi, quindi per chi li leggeva, era difficilissimo capire di quale argomento si trattasse. Il mistero principale però, è come abbia potuto un uomo del cinquecento, solo “immaginare” e disegnare macchine inventate in forma molto simile, solo cinque secoli dopo. Su questo mistero e su altri presunti tali, contenuti nei suoi dipinti, alcuni scrittori di talento come Dan Brown, hanno fondato la loro fortuna letteraria. A tal proposito sono nate molte teorie, alcune molto fantasiose, la più famosa delle quali, è che Leonardo, abbia scoperto, o che qualcuno, gli abbia mostrato, il sistema per viaggiare nel tempo. E’ nel futuro che avrebbe visto quelle meraviglie che poi avrebbe disegnato. Quel qualcuno sarebbero stati gli alieni, tanto reali che qualcuno afferma che le grottesche figure umanoidi disegnate da Leonardo, altro non sarebbero, che i loro lineamenti. Per suffragare questa teoria, si dice che chiunque di noi sarebbe in grado di disegnare un televisore, un’auto, o un aereo, ma da lì a farlo funzionare c’è ne corre. A riprova di ciò, i sostenitori di questa teoria, sostengono che quasi nessuna delle macchine disegnate da Leonardo, fu da esso costruita e collaudata. C’è chi sostiene poi, che, anche se le sue invenzioni avessero funzionato, sarebbero state per lo più inutili; cosa sarebbe servito il paracadute a un uomo del cinquecento? E’ chiaro che la tecnologia di quei secoli, era assai diversa dall’attuale, e qualcosa che per noi oggi è banale, come un tondino di ferro, era al tempo, oltre che più prezioso dell’oro, assai difficile da forgiare. Anche il legno, era costoso, e il suo peso, la sua resistenza meccanica, unita alle rudimentali tecniche di lavorazione del tempo, non avrebbe permesso la realizzazione di alcune sue invenzioni, come la famosa “catena da bicicletta.” Potrebbe essere questo uno dei motivi della loro non realizzazione? La cosa più importante che mancava al tempo di Leonardo, era una fonte di energia che non fosse la forza umana, o quella animale. Ecco che questa grave lacuna pone seri dubbi sull’effettivo funzionamento di alcune macchine da esso inventate. Si dice che quando era al servizio della Corte Sforzesca a Milano, ebbe l’incarico dal Duca di costruire un automa per rallegrare una delle sfarzose feste, che sua Signoria dava per intrattenere i suoi ospiti di riguardo. In uno dei numerosi Codici sono stati scoperti disegni di articolazioni che si pensa possano essere serviti alla costruzione di un cavaliere in armatura, capace di muovere braccia e gambe in modo autonomo. Ma come pensava di farlo muovere non è dato sapere, così com’è un mistero se sia mai stato mai realizzato. Leonardo non disegnava mai la macchina nella sua completezza, ma solo alcuni dettagli, sparsi nei suoi innumerevoli Codici, ecco perché è difficilissimo collocare al posto giusto e vari schizzi delle sue fantastiche creazioni. E’ strabiliante scoprire che alcune invenzioni come la muta subacquea, l’elicottero, il carro armato e la bicicletta, realizzate “solo” nel XX secolo, fossero già state “immaginate” da lui cinque secoli prima. Leonardo di ser Piero da Vinci, perché questo era il suo vero nome, morirà in Francia il 2 maggio 1519, a soli sessantasette anni, una veneranda età per l’epoca. Sarà seppellito nella Cappella di Saint-Hubert Ambroise, ma anche sulla sua sepoltura, come del resto sulla maggior parte della sua vita, vi è un alone di mistero. Infatti, la tomba sarà violata più volte per via delle guerre religiose con gli ugonotti, e i pochi resti rimasti, nessuno sa se siano davvero le spoglie del grande inventore italiano. Leonardo resterà, uno dei più grandi geni del genere umano, e quest’alone di mistero che aleggia attorno alla sua persona, e alle sue opere, non fa che renderne la sua figura ancora più immortale.
Mario Volpi
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