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Sezione a cura di Mario Volpi
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Pausa caffè

Attualità
Spetta/Le Redazione
Alcuni anni orsono il duo comico Luca e Paolo ottennero uno strepitoso successo con una trasmissione ambientata davanti al distributore automatico di caffè, dal titolo "camera caffè." Questo la dice lunga su come i distributori siano ormai parte integrante della nostra vita.


Il secondo conflitto mondiale era finito da poco tempo, e in Italia si cominciavano a vedere i primi prodotti americani, tra cui la bevanda simbolo degli U.S.A; la Coca cola.
La nuova bibita, ebbe un successo immediato, tanto che l’Azienda produttrice, penso di ampliarne la vendita in Italia, installando a Milano i primi distributori automatici di bottigliette. La novità fece nascere in alcuni imprenditori italiani, la voglia di costruire essi stessi una macchina distributrice, automatica, ma di una bibita che nel mondo è quasi il simbolo dell’italianità; il caffè. La prima a riuscirci fu la Faema, nel 1963. Già leader nella costruzione di macchine per il caffè espresso da bar, la Faema riuscì, utilizzando meccanismi, elettromeccanici e idraulici, a realizzare il primo mastodontico distributore automatico, che tramite l’introduzione di una moneta da 50£, erogava una tazzina di caffè espresso. Il successo del nuovo sistema di distribuzione, fu immediato e travolgente, tanto che nacquero in Italia diverse imprese che si dedicarono a questa nuova attività. Alla fine degli anni sessanta, la tecnica per la costruzione dei distributori progredisce, diventano più piccoli, e si usa la plastica per costruire il blocco caffè, abbattendone sensibilmente i costi rispetto al bronzo.  Si studiano anche nuovi sistemi elettromeccanici per erogare prodotti diversi, tanto che nel 1969, si arriva alla realizzazione del primo distributore di snack. Molte grandi Aziende, tra cui il nuovo polo industriale tra Massa e Carrara, concedono gratuitamente o quasi, spazio all’interno della fabbrica per l’istallazione di queste macchine, che ristorano gli operai nella mezz’ora di pausa per la colazione mattutina, e dopo la mensa di mezzogiorno. Intanto però, il boom economico di quegli anni, innesca le prime rivendicazioni sindacali dei lavoratori, che pretendono salari più alti, e regole di lavoro più dignitose. Queste rivendicazioni economiche, danneggiano se pur in modo indiretto, anche le prime Aziende proprietarie dei distributori, perché l’improvviso e inevitabile aumento del costo della vita, farà sì, che le cinquanta lire a tazzina non siano più remunerative. Questo crea un problema non da poco, perché i multipli della lira, ossia le monete da 1,2,5, e10 £, oltre ad essere quasi introvabili, non sono adatte a far funzionare le gettoniere dei distributori. A frenare l’aumento del costo del caffè alla macchinetta, oltre al fatto squisitamente tecnico, vi sono anche i Sindacati, che non vogliono aumenti su servizi considerati di utilità sociale, e il caffè in fabbrica è considerato tale. La distribuzione della tazzina di caffè sul posto di lavoro, è diventata ormai tanto capillare e irrinunciabile, che molti neonati Consigli di Fabbrica, ottengono dalle Aziende di distribuzione una piccola percentuale sugli utili, per finanziare le loro attività, politiche e ricreative. La moderna tecnica alimentare, perfeziona sempre più il metodo della liofilizzazione di alcuni alimenti come il latte, ciò permetterebbe di usare tale prodotto nei distributori automatici. Ma una normativa tutta italiana, impedisce la commercializzazione e la distribuzione di latte in polvere o condensato. Le Aziende di distributori, nel frattempo si associano, per avere più peso politico e visibilità, formando la Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica) che riesce ad ottenere, dopo una lunga battaglia legale, una sentenza della Cassazione che fa cadere tale divieto. Ora i distributori possono erogare anche cappuccino, thè, latte, e cioccolato. Rimane sempre lo spinoso problema delle monete, ma ben presto la tecnologia viene loro incontro. In principio, sforna distributori che sono in grado di “dare il resto,” quando l’importo messo nella gettoniera, è superiore al costo del prodotto, soluzione però poco pratica, perché quando le monete per il resto finivano, la macchina “rubava” l’intero importo, facendo infuriare i consumatori, che ci accanivano a pugni e calci, contro di essa, causando spesso gravi danni. Oltretutto una riserva di monete all’interno della macchina era pericolosa, e costosa, per i proprietari dei distributori, costretti a “blindare” gli apparecchi, con lamiere e sbarre d’acciaio, specie se posti in luoghi appartati, per impedirne il saccheggio. La prima soluzione trovata per i clienti abituali, fu una striscia prepagata, simile a una collana di piccole palline di plastica. Introdotta nell’apposita feritoia, dopo aver scelto il prodotto, un sistema automatico di lettura provvisto di una lama, tagliava il numero di palline equivalente al prezzo del prodotto scelto. Anche questo sistema si rivelò poco efficiente, perché l’italico ingegno, scoprì che bastava porre sopra alla plastica un semplice metro a nastro in acciaio, perché la cesoia non tagliasse la striscia, che restava valida “a vita.” Altre soluzioni ebbero scarso successo, perché troppo complicate. Dagli anni duemila, tutto ciò è stato ampiamente superato con l’introduzione dell’Euro, e dei suoi multipli, ma soprattutto grazie all’elettronica, che ha creato vari modi di pagamento, sia con “pennine,” prepagate, ricaricabili elettronicamente, sia in cashless, ossia con carte di credito o a debito. Quest’ultimo sistema, oltre ad essere il più moderno, è molto sicuro, poiché la transazione finanziaria avviene solo dopo l’erogazione del prodotto richiesto. I distributori odierni, oltre ad essere gradevoli alla vista, sono molto sofisticati e affidabili, refrigerati e isolati termicamente, possiedono i comandi semplici e intuitivi per la scelta dei prodotti, che ormai spaziano dal caffè, fino ad arrivare alla pizza preparata e cotta in tre minuti. Il loro costo non è certo popolare, che per i modelli più tecnologici, può superare i 25.000 €. Oggi, la quasi totalità dei distributori è controllata da remoto per via telematica, permettendo così alle Aziende proprietarie, di intervenire prontamente sia per la ricarica, che per riparare eventuali guasti. Pochi sanno che l’Italia “cenerentola” nel lontano 1963, è diventata oggi il leader mondiale nella costruzione e progettazione dei distributori automatici, sempre più tecnologicamente avanzati, e “vestiti” con l’inconfondibile, ed elegante designer italiano. Presenti massicciamente in ospedali, supermercati, fabbriche e uffici pubblici e privati, sono parte integrante delle oltre tremila aziende italiane che si occupano della distribuzione, che danno lavoro a oltre sessantamila persone. Ormai i distributori automatici sono entrati di prepotenza nella nostra vita quotidiana, sempre pronti a ristorarci in qualunque momento del giorno o della notte, con una “pausa caffè,” magari composta di cioccolata calda, nelle fredde e piovose giornate invernali, o a rinfrescarci con una bibita gelata sotto il rovente sole agostano.
Mario Volpi 8.1.22
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