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Sezione a cura di Mario Volpi
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Il compleanno della TV

Una Volta Invece

La recente catastrofica tempesta di vento ha comportato l'abbattimento di alcuni ripetitori TV, così per parecchi giorni non è stato possibile seguire i programmi televisivi. Ebbene, incredibilmente ho sentito moltissime persone lamentarsi per questo disservizio, e pochissime parlare degli ingenti danni subiti dal nostro patrimonio immobiliare. Questo la dice lunga sull'importanza che questo Media ha sulla nostra vita, e pensare che appena sessanta anni fa....

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Il compleanno della TV
Un famoso Spot pubblicitario recitava” avere sessant’anni e non sentirli” è proprio ciò che succede alla Televisione Italiana. In un ormai lontano 3 gennaio 1954, la Rai iniziava le trasmissioni televisive in un’Italia semidistrutta da una guerra che era finita da neppure un decennio, ma dove la gente aveva una terribile, e incontenibile voglia di tornare a vivere. Le trasmissioni erano in bianco e nero, duravano meno di quattro ore, e non coprivano neppure tutto il territorio Nazionale. Del resto i primi enormi apparecchi televisivi, avevano un costo proibitivo per la quasi totalità della popolazione, tanto che un anno dopo, gli abbonati erano poco più di centomila. A limitare la diffusione del nuovo Media, vi era anche una ragione tecnica non da poco. Al tempo, l’energia elettrica sul territorio Nazionale era distribuita da una miriade di Gestori privati, che fornivano una tensione che variava da 110. a 220V, e anche la frequenza era un pò “ballerina”, con frequenti sbalzi di tensione, cosa non gradita dalle delicate valvole in vetro. Per ovviare a questo inconveniente, ogni televisore veniva venduto con un “trasformatore-stabilizzatore”.Questo aggeggio era una specie di valigetta pesantissima, con una presa maschio da inserire nella rete, e una presa femmina dove si attaccava la tv, quindi si accendevano entrambi, e dopo un paio di minuti di riscaldamento, una spia rossa, e un fastidiosissimo ronzio, annunciavano che tutta l’apparecchiatura era in funzione. Bisognerà attendere altri tre anni prima che il segnale copra la quasi totalità del territorio italiano, ma in compenso il numero degli abbonati arriverà quasi a trecentomila, segno di un progresso economico eccezionale. Proprio per sfruttare questa prima, e timida ripresa economica, la pubblicità, fino ad allora quasi inesistente, si appropria prepotentemente del nuovo mezzo, nasce così “Carosello” un minispettacolo serale, composto da sei spot pubblicitari, diretti da famosi registi, e interpretati da grandi attori, che pubblicizzano questo o quel prodotto. Il successo fu così travolgente, che Carosello andrà in onda ininterrottamente dal 1957 fino al 1977, e ancora oggi si è provato a riproporlo. Con l’avvento del boom economico degli anni sessanta, anche la televisione italiana, pur partita in ritardo di un decennio su gli altri paesi Europei, compirà un vero e proprio balzo in avanti, sia come numero di abbonati, ma soprattutto come qualità nella programmazione. Viene introdotto il Telegiornale, che aiuterà l’ancora altissimo numero di analfabeti, a capire le vicende del Paese, cosa che la carta stampata non poteva fare. Nei salotti degli italiani sempre più di frequente, il carrello con sopra il monumentale apparecchio televisivo, ricoperto da sopramobili di pregio, e centrini ricamati, sarà il pezzo forte, da mostrare con orgoglio a parenti ed amici, ospiti per assistere agli spettacoli serali. Per diffondere al massimo l’acquisto degli apparecchi televisivi anche per le famiglie meno abbienti, verrà escogitato un ingegnoso sistema. Furono progettati degli apparecchi televisivi temporizzati, provvisti sul retro di una gettoniera. I primi negozi di elettrodomestici li davano a nolo alle famiglie, dove a una certa quantità di denaro, corrispondeva un dato numero di minuti di visione. Una parte del denaro era presa dal gestore come noleggio, mentre il restante serviva a riscattare l’apparecchio, che poi diventava di proprietà della famiglia. Erano i tempi che la televisione con spettacoli come “il Musichiere” condotto da Mario Riva, o “Lascia o Raddoppia” condotta da Mike Buongiorno, con il loro fantastici premi fino a “5 milioni in gettoni d’oro” facevano letteralmente sognare gli italiani. La cosa non è difficile da capire, dove lo stipendio medio di un operaio arrivava alle 30.000 £, cinque milioni rappresentavano il mezzo per un cambio radicale di vita, e la possibilità di guadagnare questa cifra spaventosa veniva data a chiunque fosse in grado di rispondere ad alcune domande. Questa formula di spettacolo televisivo fu chiamata Telequiz, e ebbe un tale successo da sfiorare il fanatismo, arrivando intatta fino ai nostri giorni. Le trasmissioni televisive cominciavano alle ore 17 con “la tivù dei ragazzi” per finire inesorabilmente a mezzanotte con l’immancabile buonanotte augurata dalle presentatrici, che venivano chiamate “signorine buonasera”. Nel 1961 nacque la seconda Rete, e cominciarono anche le prime Tribune Elettorali, intanto da un anno erano cominciate le puntate giornaliere di “non è mai troppo tardi” un programma condotto dal maestro Alberto Manzi che avrà il merito di aver alfabetizzato milioni di italiani adulti analfabeti. Una storica sentenza della Cassazione aprirà la strada nel 1974 alle tv private dapprima solo via cavo ma poi anche via etere, così nel 1976 nasce Telemilano il futuro Canale 5. Nel 1977 in forte ritardo sul resto dell’Europa, anche per le forti pressioni di un mondo politico che non vedeva di buon occhio l’acquisto degli italiani di prodotti stranieri, cominciarono le prime prove di trasmissione a colori, alternando il sistema SECAM francese, al PAL tedesco, fino a quando quest’ultimo prevalse. Negli anni 2000 l’analogico venne definitivamente spento, per passare al digitale, con l’aumento vertiginoso del numero dei canali, anche se qualcuno afferma che questa operazione sia servita soltanto ad aumentare esponenzialmente le ore di pubblicità. Oggi dopo appena sessanta anni, gli apparecchi moderni non sono neppure paragonabili agli ingombranti e inaffidabili scatoloni di un tempo, ma per quanto riguarda i contenuti invece, il discorso cambia. Specialmente per quelli della mia generazione resta la malinconia delle programmazioni di una volta, con i romanzi affascinanti, le commedie recitate dal vivo, ma soprattutto della garbata eleganza dei personaggi televisivi di un tempo, ben lontano dalla becera e urlante massa di protagonisti di oggi, molti dei quali, purtroppo, oltre a non aver alcun merito artistico, massacrano anche pesantemente la lingua italiana.
Volpi Mario
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