La casta bianca
Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
I medici e infermieri italiani hanno dimostrato in occasione di questa gravissima epidemia, una dedizione verso i pazienti che rasenta l'eroismo. Questo è riconosciuto da tutti, compreso il governo che si spertica in lodi, ma che li compensa economicamente con ..solo due euro! Grande esempio di coerenza, come del resto tutti i manager che si occupano della sanità pubblica!!
La terribile epidemia che ha colpito duramente tutto il mondo, ha evidenziato come molti Paesi, non avessero un sistema sanitario, efficiente. Le cause sono molteplici, ma tutte da imputarsi a fattori economici. L’Italia è stata uno dei paesi colpiti per primi, e soprattutto molto duramente, e in questa emergenza il personale sanitario, dal medico, all’ultimo portantino, dagli addetti alle pulizie ai volontari del 118, hanno dimostrato una professionalità, e una dedizione al lavoro a dire poco eroica, tanto che, purtroppo, molti di loro hanno pagato con la vita. Meno bene si sono comportati i politici, e soprattutto chi fa dell’organizzazione sanitaria il proprio mestiere. Ma andiamo con ordine. Parliamo della Provincia di Massa Carrara. Fino agli anni cinquanta, il solo ospedale a Carrara era il vecchio Civico Ospedale, con alcuni padiglioni distaccati sulla collina detta di Monterosso. Nel primo dopoguerra, si pensò di costruire un nuovo e più moderno ospedale che in qualche maniera “collegasse” le due strutture, creando una vera e propria cittadella sanitaria. La prima pietra, dopo un lungo e sofferto travaglio burocratico, fu posta nel 1956, ma come succede spesso in Italia, tutto si blocca, aumentano i costi, e alla fine, solo nel febbraio del 1976 il nuovo ospedale chiamato orgogliosamente “il Monoblocco, ” è consegnato in pompa magna alla città. Questa imponente e moderna struttura, con i suoi sette piani, è considerata per anni all’avanguardia, e vanto della città di Carrara. Con Monterosso, e il Monoblocco, più il vecchio ospedale Civico, i posti letto per una popolazione in crescita sono più che sufficienti. Così alcune specialità come chirurgia, anche per merito del loro primario, diventano delle eccellenze, che attirano pazienti dalle provincie vicine. Ma grosse nuvole burocratiche si stanno addensando sulla sanità pubblica. Nel dicembre del 1992, le varie “Casse Mutue” come si chiamava un tempo la sanità pubblica, sono trasformate in ASL, con un grande potere decisionale di un “manager-direttore-generale” svincolato dal Governo centrale, e da qui, comincia il lento declino della Sanità carrarina. I vari direttori scelti non per meriti professionali ma solo per il loro colore politico, che si sono avvicendanti con una frequenza a dir poco imbarazzante, avevano una visione diversa l’uno dall’altro sul funzionamento dell’Ente, così, qualcuno, faceva cambi di piano o padiglione per le varie specialità, altri le eliminavano accorpandole nell’ospedale massese, mentre qualcuno dava il via a lavori di ristrutturazione nei reparti, che data la velocità dei “cambi” di direttori, non faceva neppure in tempo a vedere ultimati. Ovviamente tutto questo rimescolio di Sedi decentrate, e cambi di specialità, non era gratuito. Così si assisteva a letti, e suppellettili nuove. buttate al macero, per fare posto a “quelle più nuove, ” mentre alcuni servizi essenziali come la mensa, erano appaltati addirittura fuori provincia, per un fantomatico risparmio, che influiva pesantemente sulla qualità del servizio. In nome sempre del “risparmio” si fecero scelte scellerate, come trasferire e accorpare il laboratorio di analisi a Lucca, chiudere reparti un tempo vere e proprie eccellenze come Ostetricia e Ginecologia, (per partorire oggi le donne carrarine sono costrette ad andare al Versilia, o a l’OPA) o lasciare interi reparti perfettamente funzionati con tanto di personale in sevizio, senza pazienti di notte, o nei fine settimana. Infine il massimo si raggiunge decidendo di costruire il “Noa.” Questo sarà un unico ospedale per la provincia di Massa-Carrara che nel frattempo aveva raggiunto una popolazione di duecentomila persone. Dopo avere speso miliardi per quest’opera inutile, si pensò bene di chiudere l’ospedale di Massa e di Carrara, arrivando al fantastico obiettivo di avere meno posti letto di prima, e un Pronto Soccorso unico per tutta la provincia, che a quattro anni dalla sua inaugurazione dire che sia caotico, è fargli un complimento. Per questo presidio ospedaliero vale il vecchio detto del grande Totò, “cavalleggeri duecento cavalli quattro.” Infatti, accorpando gli ospedali di Massa e Carrara, il numero degli infermieri è raddoppiato, ma non quello dei medici, che sono costretti a fare turni massacranti. Al suo interno gli architetti, forse pensando di costruire un albergo, si sono sbizzarriti nel creare spazi immensi come ingresso, e saloni assolutamente inutili. Per risparmiare spazio e costi si sono invece creati reparti “unisex” con uomini e donne divisi solo da un paravento di stoffa, addirittura mischiando nella stessa corsia malati cardiaci, con quelli ortopedici, oppure di medicina interna, con un servizio a dire poco approssimativo. Carrara poi, con le sue cave, si trova nella condizione che in caso d’incidente grave a fronte dei quattro, cinque, minuti per raggiungere il Pronto Soccorso di un tempo, si è passati a sfiorare la mezzora di oggi per raggiungere il Noa. Ma le genialate dei vari “Direttori” non finiscono qui! Qualcuno ebbe l’idea di abbattere il Monoblocco, per adeguarlo alle leggi antisismiche e ricostruirlo di solo tre piani, alla modica cifra di appena settanta milioni, poi sempre in nome di un presunto risparmio, le ambulanze ora non hanno più il medico a bordo, che segue su automedica a sirene spiegate, e qui vorrei davvero capire dove sarebbe il risparmio. Per risparmiare sul personale tecnico poi, si è arrivati ad attendere mesi per una risonanza magnetica, o a essere costretti ad andare da Carrara, a Pontremoli, o Lucca, per una semplice radiografia, a testimonianza di quanto a questi manager interessi il benessere dei cittadini. L’ossessione per il risparmio dei vari direttori, però ha dato i suoi frutti, tanto che nel 2016, l’Asl di Massa-Carrara aveva un “buco” di bilancio di “appena” 450 milioni di euro, chiaramente senza trovare un responsabile di questo sfacelo. Per ovviare a questa voragine finanziaria si pensò bene di aumentare i Ticket per qualsiasi prestazione, come ad esempio le radiografie, camuffando sotto la dicitura “digitalizzazione” la richiesta di 10 euro, per tutti, senza alcuna eccezione, compresi i malati di tumore. Non contenti di ciò s’istituisce un apposito “ufficio riscossioni” incaricato di verificare chi non si fosse recato dopo la prenotazione a fare la visita, per punirlo con una salata sanzione, ma per evitare che i pazienti possano fornire una giustificazione, queste contestazioni sono spedite dopo anni. Forti con i deboli, questi prodi direttori non hanno certamente pensato a sforbiciare i loro lauti stipendi, e soprattutto le faraoniche buonuscite a ogni cambio di sede. Questa pandemia ha evidenziato queste macroscopiche lacune amministrative, costringendo questi cervelloni a ripensare alle scelte sciagurate fatte nei decenni, alcune classificate come veri e propri attentati alla salute pubblica, che hanno richiesto anche l’intervento della magistratura. Questi pseudo-manager membri della “casta bianca, ” credono che occuparsi della salute pubblica sia solo un modo, ben pagato, di sbarcare il lunario, infischiandosene dei cittadini, che oltre ad essere vessati, e mal curati, sono anche costretti a pagargli lo stipendio.
Mario Volpi 25.05.2020
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