I discepoli
Cara Redazione
In ogni Era sia antica che moderna il popolo è sempre stato influenzato nelle proprie scelte dalle "mode" del momento, in qualche caso, abilmente indotte da altri per il proprio tornaconto personale. Oggi, quella dei telefonini ultra tecnologici e costosi, negli anni ottanta il ricetrasmittente. Simbolo di libertà di espressione questa moda proprio come il mitologico dio Saturno, divorò i propri figli, rei di essere cresciuti smisuratamente di numero in poco tempo, senza alcuna regola di civile convivenza. Che accada di nuovo?
Tutti noi conosciamo Guglielmo Marconi, il geniale scienziato italiano che nel 1895, dopo il suo primo esperimento di telegrafia, donò all'umanità una delle più grandi invenzioni di tutti i tempi, che avrebbe rivoluzionato per sempre il modo di comunicare a livello planetario, il telegrafo senza fili. Ma bisognerà attendere fino al 1906 con i primi esperimenti di fonia dell’ing. Fessenden, per dire che la radio, come la conosciamo noi oggi, era stata inventata. Fu però durante il secondo conflitto mondiale, per evidenti ragioni militari, che il perfezionamento tecnologico della neonata radio raggiunse il suo culmine.
Alla fine della guerra, questo nuovo strumento entusiasmò subito milioni di persone, suscitando in molti di essi la voglia di parlare, e ascoltare altre persone, distanti anche migliaia di chilometri, ma con mezzi autonomi, nacquero così i primi radioamatori.
Quelli italiani più famosi furono sicuramente i fratelli Judica Cordiglia di Torino. Con attrezzature rudimentali assemblate con pezzi derivati da radio militari residuati bellici, e antenne costruite da essi stessi, i due fratelli torinesi nel 1957 captarono i segnali dello Sputinik, il primo satellite messo in orbita dall'uomo, e ascoltarono e registrarono la frequenza cardiaca, e la voce, di almeno quattordici astronauti russi, uomini e donne, morti in orbita attorno alla terra, di cui l'Unione Sovietica negò sempre l'esistenza, nel contesto di guerra fredda in atto in quegli anni con gli U.S.A.
Fu attorno ai primi anni settanta, complice anche le migliorate condizioni economiche del Paese che questa passione crebbe tra la gente comune in modo esponenziale, e fecero la loro comparsa sul mercato, i primi apparecchi ricetrasmittenti a prezzi contenuti, nacque così anche un'altra branchia di radioamatori, i cosiddetti CB.
Con il nome di radioamatore si tende a generalizzare chiunque usi un apparecchio ricetrasmittente, ma la realtà è ben diversa, le differenze tra le due categorie sono notevoli.
Il radioamatore chiamato in gergo OM. è un appassionato che, per svolgere la sua attività deve essere munito di una Patente rilasciata dal Ministero delle Comunicazioni, conseguita attraverso un esame scritto in cui deve dimostrare la sua competenza in materia. Deve trasmettere su frequenze ben definite, può servirsi di apparecchi anche non omologati, o addirittura autocostruiti, anche verso l'estero, è inoltre provvisto di un suo codice d’identificazione personale unico su tutto il territorio nazionale, che ne garantisce la rintracciabilità in ogni momento. Questo tipo di radioamatore può svolgere, previa autorizzazione, diverse attività di ausilio alle Istituzioni, come appelli per richieste urgenti di sangue, ponti radio per calamità naturali, oppure assistenza tecnica per avvenimenti che richiedono comunicazioni radio.
Il CB invece, o banda cittadina, e un appassionato che usa apparecchi omologati dal Ministero delle Comunicazioni, su frequenze standard e a distante limitate, può usare un nome di fantasia, perciò la sua vera identità può restare anonima, e non richiede alcuna abilitazione.
Negli anni ottanta, avere un “Baracchino”, divenne una vera e propria moda, si vedevano persone sfoggiare alla cintura apparecchi radio, mentre, praticamente non vi era autocarro che non avesse uno a bordo. Ma era nelle abitazioni private che, avveniva la gara tra gli appassionati a chi avesse l’apparato più sofisticato, e costoso, con sfoggio di antenne esagerate, e di amplificatori mostruosi, che aumentavano di decine di volte i quattro watt di potenza che la legge imponeva. Paradossalmente, fu proprio l’aumento rapido, e senza controllo dei radioamatori CB, che ne decretò l’inarrestabile declino, complice anche la maleducazione di alcuni, e l’affollamento dell’Etere, che impedivano, di fatto, di “modulare” con chicchessia.
Con l'avvento delle nuove tecnologie come Internet, e i telefoni cellulari, si è assistito alla totale scomparsa dei baracchini, presenti ormai solo sui camion, mentre è in atto una poderosa modernizzazione e potenziamento tecnologico degli apparati più grandi, gestiti da radioamatori OM.
L'avvento delle nuove tecnologie anziché indebolirli ha favorito in modo incredibile il rinnovamento tecnologico di questa categoria di appassionati, che dispongono ora di diversi modi di trasmissione, alcuni al limite della fantascienza. Essi, oltre alla normale fonia, e il vecchio codice Morse, sono in grado di inviare dei veri “pacchetti” di segnali digitali gestiti dal computer, o rinverdire e velocizzare la vecchia telescrivente. E i prodigi non si fermano qui, usando canali satellitari a loro dedicati, possono comunicare tranquillamente in ogni parte del globo senza bisogno di ponti radio, o usare la superficie lunare come parabola riflettente, per comunicare con una persona dalla parte opposta del globo terreste. Sono addirittura in grado di far “rimbalzare” i segnali radio, sulle scie ionizzate lasciate dalle meteore che entrano nell'atmosfera terrestre. Le vecchie cartoline qsl, che s’inviavano come prova dell’avvenuto collegamento, sono ormai oggetti da collezione, perche sono in grado di “vedersi” fisicamente l’un l’altro, in tempo reale, con vere e proprie immagini televisive.
Parlando dei radioamatori non si può fare a meno di ricordare la loro disponibilità ad aiutare il prossimo in caso di calamità naturali, come avvenne ormai parecchi decenni fa, per la disastrosa inondazione che colpì il Polesine, o per il drammatico alluvione di Firenze, dove con i loro apparecchi, sopperirono alla totale distruzione delle linee di comunicazione, permettendo così un minimo di coordinamento degli aiuti, salvando sicuramente molte vite. Ancora oggi molte Associazioni di radioamatori sono parte attiva nella Protezione Civile.
A prima vista la categoria dei radioamatori sembrerebbe una confraternita chiusa, impermeabile dall'esterno, specialmente a chi non sia iniziato alle cose di “radio”, tanto da avere elaborato un linguaggio tutto loro, ma nella realtà, a ben guardare sono tutto l'opposto, apolitici, presenti in tutto il mondo, insensibili alla razza, religione, e al ceto sociale, svolgono la loro attività solo per hobby, senza scopo di lucro, che siano loro i depositari del segreto della fratellanza universale?
Volpi Mario
30 Giugno 2014