Trekking sul monte Altissimo
Percorso Trekking in quota indicato con segnaletica convenzionale del CAI N °33
Durata percorso circa 4 ore a/r
Difficoltà media EE
Come raggiungerlo da Massa – S. Carlo – Antona, quindi proseguire per il passo del “Vestito”.
Dopo aver oltrepassato la galleria delle “Gobbie” in prossimità dell’omonimo ristorante, lasciamo la macchina. Ovviamente è necessario avere con sè uno zaino con il minimo indispensabile [felpa, borraccia e un piccolo kit di pronto soccorso]. Ora prendiamo il sentiero n° 33 [foto 1] per le “Cervaiole” e L’Altissimo. Dopo circa 10 / 15 minuti di percorso ci troviamo ad un bivio che indica il sentiero 33, proseguiamo diritti per la vecchia via marmifera, [foto 2] lungo la quale si incontrano i resti di vecchie vie di lizza. [foto 3] Questa “via marmifera” conduce ad una vecchia cava abbandonata dove possiamo ammirare i resti delle vecchie attrezzature necessarie all’estrazione del marmo, come volani per il filo elicoidale, martinetti di sollevamento e verricelli. [foto 4] [4 bis] Ritornati sulla via marmifera continuiamo fino al bivio e proseguiamo a destra per il sentiero 31 Altissimo, [foto 5] mentre a sinistra si arriverebbe alla galleria del Cipollaio. Continuando a camminare si raggiunge un’altra cava ancora in uso. Al piazzale della cava si deve svoltare a destra e proseguire per la via fino a fine cava e seguire la freccia del sentiero sulla parete del monte. [foto 6] Saliamo fino al bivio delle “Cervaiole” e giriamo a destra per L’Altissimo. Dopo poco ci troviamo al bivio con la Tacca Bianca che scende a sinistra, mentre il sentiero per l’Altissimo va diritto. Il sentiero per la Tacca Bianca scende in modo Esposto vedi foto[ 7- 8- 9 ] , sconsigliamo fortemente questo sentiero a chi soffre di vertigini e ha poca esperienza, in ogni caso mai affrontarlo da soli. [ Trekking Tacca Bianca dal versante di Seravezza ] La nostra escursione prosegue per il monte Altissimo che ormai è di fronte a noi. Nell’ultimo tratto possiamo ammirare i resti dei basamenti di cannoni che operavano durante la seconda guerra mondiale a ridosso della Linea Gotica [foto 10 ] e i resti di piccoli edifici [foto 11] costruiti per i cavatori, costruzioni che davano un poco di riparo a quegli Uomini che per guadagnarsi da vivere dovevano affrontare quei luoghi, aspri ed insidiosi, dove un minimo errore poteva costare la vita. Giunti in vetta a 1589 mt. sl/m [foto 12] ( l’Altissimo nonostante il nome non è una delle vette più alte delle Apuane) è per il fatto che è il monte più vicino al mare, possiamo ammirare alla nostra destra la costa di Marina di Carrara alla “Punta Bianca”,il golfo di La Spezia con Portovenere l'isola della Palmaria e quelle di Tino e Tinello [foto 13] e nelle giornate senza foschia si arrivano a vedere le Alpi Marittime. A sinistra si domina tutta la costa versiliese con il lago di Massaciuccoli [foto 14] e la costa fino a Livorno e il bellissimo “diadema di Venere” degli antichi, le isole dell’arcipelago toscano e la Corsica. Alle nostre spalle ammiriamo la splendida catena montuosa delle Alpi Apuane con le sue vette, [foto 15 ] da destra verso sinistra : la cava delle “Cervaiole”, [foto 16] il monte Corchia, Pania della Croce, Sumbra, Fiocca, Sella, Tambura, Contrario, Cavallo, Grondilice e il Sagro [foto 17] . Dopo un meritato riposo e aver scattato le nostre foto prendiamo la via del ritorno e scendiamo per il sentiero del passo degli Uncini [foto 18] che per il primo tratto scende a cresta.[foto 19]
Scendiamo per il sentiero roccioso 33 Arni, e c'inoltriamo in una faggeta, poi proseguiamo fino all'incrocio della vecchia via marmifera che abbiamo fatto per salire continuando per il sentiero 33 torniamo al punto di partenza. . [ Pietro Federico 3 settembre 2006 ]
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