La guerra a Bergiola
1944 Il fronte
Il Signor Lucio di 72 anni racconta
Teatro di una delle più feroci stragi nazi-fasciste della seconda guerra mondiale, nella quale il 16
Settembre del 1944 furono trucidate 73 vittime innocenti, donne, vecchi e bambini.
A mio fratello
Avevo sette anni, ma ricordo ancora, lo sguardo del soldato tedesco che puntò il mitra verso di me, un grido lo scosse, il commilitone che era all'interno della casa, aveva scoperto il buco dietro il mobile di cucina, mio padre lo aveva fatto e usato in altre occasioni, come nascondiglio, per sfuggire ai rastrellamenti, che i tedeschi ormai da tempo, abitualmente facevano.
Mia madre, in un gesto di disperazione, si chinò per proteggermi e fu colpita, dalla raffica scaricata frettolosamente, per fortuna solo ad un ginocchio. Fummo avviati o forse scappammo senza una meta, verso il palazzo delle scuole, è li che radunavano tutta la gente del paese, per poi compiere l'atto finale del massacro.
Mia madre perdeva sangue aveva la scarpa (si fa per dire) piena, io stringevo tra le mani un martellino e un pezzo di pane, gli ultimi ricordi della mia infanzia, interrotta bruscamente che per molti giorni non volli più abbandonare, quasi a voler conservare l'ultimo appiglio per ritrovare quel mondo che mi avevano cosi brutalmente strappato e che non avrei mai più ritrovato. La paura era tanta, si udivano grida di dolore arrivare da ogni dove.
All'ingresso della scuola, ricordo alcuni corpi straziati seminudi lungo il corridoio, mia madre decise di non entrare e in un gesto di disperazione, ci gettammo lungo la scarpata, finendo dentro un fosso, fu la nostra salvezza. Un soldato tedesco passò a pochi metri, io tremavo, ma trattenevo il respiro, non so se ci vide. All'interno delle scuola urla, fuoco, fumo e un odore acre che pungeva la gola si spandeva tutt'intorno.
Poco dopo, silenzio di tomba, solo il rumore delle due camionette dei carnefici, che riprendevano la strada del ritorno. Missione compiuta. In pochi attimi il paese di Bergiola era stato distrutto, io persi la nonna materna e tre zie, anche zia Margherita un poco più grande di me.
Adesso ho 72 anni e mi succede una cosa strana, (beata vecchiaia) i vuoti di memoria, sempre più soventi, non mi preoccupano, anzi trovo divertente non ricordare come vadano a finire le storielle, così, ai nipotini o a qualsiasi bambino, nei rari momenti di pazienza, posso raccontare fantasie che mi vengono in mente, sul momento.
Però quando racconto questa di favola, non riesco a fantasticare, ogni attimo è li, sempre vivo, come fosse ieri e spero di conservare ancora, quel tanto di lucidità per descriverla con precisione, senza infingimenti, senza autoinganni, senza pietà per gli aguzzini, mandanti ed esecutori.
Ciò che mi spaventa della vita non è la morte ma il dover morire senza sapere perchè tutto questo?
Come mai i veri mandanti non sono mai stati condannati?
Quali strategie si nascondevano dietro questi inutili massacri?
L. Gigli
Carissimo signor Lucio,
la ringraziamo per averci scritto.
Abbiamo ben presente la tragedia di Bergiola attraverso, anche, i ricordi di nostra madre, che bambina, proprio quel giorno assieme ad altri parenti si stava dirigendo da Marina di Carrara verso Bergiola quanto già sulla salita che da Carrara porta a Bergiola udirono le esplosioni e le urla dei feriti che consigliarono alla piccola spedizione di sfollati un rapido ritorno verso il piano.
Nel ringraziarla ancora per averci scritto, abbiamo pubblicato con il suo consenso la lettera sul nostro sito allo scopo di dare un nostro piccolo contributo affinché la memoria delle atrocità commesse in quei giorni non sia dimenticata e stragi di innocenti come quella avvenuta a Bergiola non abbiano a ripetersi in futuro. Ringraziandola anticipatamente cogliamo l'occasione per salutarla
cordialmente.
la ringraziamo per averci scritto.
Abbiamo ben presente la tragedia di Bergiola attraverso, anche, i ricordi di nostra madre, che bambina, proprio quel giorno assieme ad altri parenti si stava dirigendo da Marina di Carrara verso Bergiola quanto già sulla salita che da Carrara porta a Bergiola udirono le esplosioni e le urla dei feriti che consigliarono alla piccola spedizione di sfollati un rapido ritorno verso il piano.
Nel ringraziarla ancora per averci scritto, abbiamo pubblicato con il suo consenso la lettera sul nostro sito allo scopo di dare un nostro piccolo contributo affinché la memoria delle atrocità commesse in quei giorni non sia dimenticata e stragi di innocenti come quella avvenuta a Bergiola non abbiano a ripetersi in futuro. Ringraziandola anticipatamente cogliamo l'occasione per salutarla
cordialmente.
Lo staff
Proprio non c'è la faccio ad alzare il boccale.
Settembre per me, ma credo per tutta la nostra provincia, è un mese triste.
Mia nonna, le mie quattro zie, mia madre ferita, mio fratello al mondo per grazia ricevuta, e gli altri miei 70 compaesani bruciati con i lancia fiamme, non mi perdonerebbero mai.
La TV ogni tanto, quasi a volerci far credere che la giustizia segue il suo corso, ci fa vedere quei vecchietti ormai ultra novantenni, responsabili di quei massacri, lucidi nei ricordi e per niente pentiti, condannati pensate, agli arresti domiciliari, probabilmente qualcuno di loro era proprio a Bergiola a massacrare i miei cari, a sventrare le donne incinta, a lanciare i bambini in aria.
Non mi riesce alzare il boccale.
"drink drink bruederlein drink" perché non mi sento fratello di un popolo che non ha mai voluto riconoscere, risarcire in alcun modo, i danni provocati al nostro paese, alla nostra gente. E' di questi giorni il ricorso presentato dalla Germania contro la nostra Corte di Cassazione con il quale la Repubblica Federale respinge il concorso nella responsabilità dei crimini commessi dalle proprie truppe in Italia».
Vinca, Mommio, Bardine, S.Terenzo, S.Anna, Bergiola, fosse del Frigido, Forno.
I nostri giovani che tutte le sere affogano i loro desideri nel fiume di birra, devono conoscere il significato di queste località, in modo che non abbiano più a ripetersi gli errori del passato.
Lo scopo di questo gemellaggio dovrebbe essere sopratutto motivo di riflessione nel ricordo di quei morti innocenti, barbaramente uccisi, non soltanto stinchi di maiale, birra e gite premio per le varie amministrazioni.
l nostri amministratori, rappresentanti di una provincia medaglia d'oro al valor militare, dovrebbero approfittare anche di queste occasioni per riaprire un dibattito. Chiedere chiarezza sulle stragi, anche al governo italiano, alle varie commissioni d'inchiesta che
da anni ( lavorano ) senza alcun risultato.
Nel mio paese, Bergiola, tutto è stato risolto con delle condanne a dir poco scandalose, ( processo di Perugia ) perciò non solo la Germania, non vuole riconoscere i propri errori, ma neanche l' Italia, perché inutile negarlo, la rabbia che trovò sfogo feroce colpendo donne vecchi bambini innocenti, non fu soltanto nazista, ma anche e soprattutto fascista, per molti versi, un regolamento di conti.
Perché si lasciò che questa rabbia "annunciata" avesse libero sfogo senza interporre alcuna resistenza? Perché le condanne inflitte, nel giro di pochi anni furono ridotte drasticamente offendendo vivi e morti? Perché non fare definitivamente chiarezza?
Quelle anime fino ad allora non troveranno mai pace.
Sig. sindaco lei oggi sarà di nuovo a Bergiola, per la commemorazione. Sono passati 67 anni da quel lontano 16 settembre 1944 ma per noi, mi creda, è come fosse ieri, difficile dimenticare e quello che più fa male, è che non si è fatta mai chiarezza. Bergiola era considerata zona franca, sicura, non a caso la famiglia del finanziere V. Giudice si trovava li, assieme a molti altri sfollati, arrivati da Carrara, Avenza, Marina di Carrara.
Perché dopo l' episodio del militare tedesco ucciso alla Foce, non si fece evacuare la gente dal paese? Era prevedibile la rappresaglia, bastava scappare nei boschi vicini e i tedeschi avrebbero trovato un paese deserto. Chi risarcirà questa gente?
La mia famiglia fu coinvolta nella tragedia e ne pagò pesantemente le conseguenze, 5 vittime e mia madre ferita nell'intento di proteggere mio fratello, un proiettile le attraversò il ginocchio, mi ricordo che dopo molti anni, chiese un risarcimento, per la ferita da arma da fuoco subita, ma non ottenne niente, e pensare che in molti casi bastava essere amico degli amici, per prendere sussidi se non la pensione, anche per ferite che non c'entravano niente con la guerra, ma questa è un'altra storia, che ho voluto raccontare perché credo faccia parte delle vicende poco chiare di quel periodo nero della nostra storia.
Esaminiamoci tutti bene la coscienza, perché sarebbe un ulteriore sbaglio, consegnare ai posteri una storia senza una verità.
Scusate non vorrei aver rovinato la festa. Ma è più forte di me " Non riesco ad alzare il boccale "
Settembre per me, ma credo per tutta la nostra provincia, è un mese triste.
Mia nonna, le mie quattro zie, mia madre ferita, mio fratello al mondo per grazia ricevuta, e gli altri miei 70 compaesani bruciati con i lancia fiamme, non mi perdonerebbero mai.
La TV ogni tanto, quasi a volerci far credere che la giustizia segue il suo corso, ci fa vedere quei vecchietti ormai ultra novantenni, responsabili di quei massacri, lucidi nei ricordi e per niente pentiti, condannati pensate, agli arresti domiciliari, probabilmente qualcuno di loro era proprio a Bergiola a massacrare i miei cari, a sventrare le donne incinta, a lanciare i bambini in aria.
Non mi riesce alzare il boccale.
"drink drink bruederlein drink" perché non mi sento fratello di un popolo che non ha mai voluto riconoscere, risarcire in alcun modo, i danni provocati al nostro paese, alla nostra gente. E' di questi giorni il ricorso presentato dalla Germania contro la nostra Corte di Cassazione con il quale la Repubblica Federale respinge il concorso nella responsabilità dei crimini commessi dalle proprie truppe in Italia».
Vinca, Mommio, Bardine, S.Terenzo, S.Anna, Bergiola, fosse del Frigido, Forno.
I nostri giovani che tutte le sere affogano i loro desideri nel fiume di birra, devono conoscere il significato di queste località, in modo che non abbiano più a ripetersi gli errori del passato.
Lo scopo di questo gemellaggio dovrebbe essere sopratutto motivo di riflessione nel ricordo di quei morti innocenti, barbaramente uccisi, non soltanto stinchi di maiale, birra e gite premio per le varie amministrazioni.
l nostri amministratori, rappresentanti di una provincia medaglia d'oro al valor militare, dovrebbero approfittare anche di queste occasioni per riaprire un dibattito. Chiedere chiarezza sulle stragi, anche al governo italiano, alle varie commissioni d'inchiesta che
da anni ( lavorano ) senza alcun risultato.
Nel mio paese, Bergiola, tutto è stato risolto con delle condanne a dir poco scandalose, ( processo di Perugia ) perciò non solo la Germania, non vuole riconoscere i propri errori, ma neanche l' Italia, perché inutile negarlo, la rabbia che trovò sfogo feroce colpendo donne vecchi bambini innocenti, non fu soltanto nazista, ma anche e soprattutto fascista, per molti versi, un regolamento di conti.
Perché si lasciò che questa rabbia "annunciata" avesse libero sfogo senza interporre alcuna resistenza? Perché le condanne inflitte, nel giro di pochi anni furono ridotte drasticamente offendendo vivi e morti? Perché non fare definitivamente chiarezza?
Quelle anime fino ad allora non troveranno mai pace.
Sig. sindaco lei oggi sarà di nuovo a Bergiola, per la commemorazione. Sono passati 67 anni da quel lontano 16 settembre 1944 ma per noi, mi creda, è come fosse ieri, difficile dimenticare e quello che più fa male, è che non si è fatta mai chiarezza. Bergiola era considerata zona franca, sicura, non a caso la famiglia del finanziere V. Giudice si trovava li, assieme a molti altri sfollati, arrivati da Carrara, Avenza, Marina di Carrara.
Perché dopo l' episodio del militare tedesco ucciso alla Foce, non si fece evacuare la gente dal paese? Era prevedibile la rappresaglia, bastava scappare nei boschi vicini e i tedeschi avrebbero trovato un paese deserto. Chi risarcirà questa gente?
La mia famiglia fu coinvolta nella tragedia e ne pagò pesantemente le conseguenze, 5 vittime e mia madre ferita nell'intento di proteggere mio fratello, un proiettile le attraversò il ginocchio, mi ricordo che dopo molti anni, chiese un risarcimento, per la ferita da arma da fuoco subita, ma non ottenne niente, e pensare che in molti casi bastava essere amico degli amici, per prendere sussidi se non la pensione, anche per ferite che non c'entravano niente con la guerra, ma questa è un'altra storia, che ho voluto raccontare perché credo faccia parte delle vicende poco chiare di quel periodo nero della nostra storia.
Esaminiamoci tutti bene la coscienza, perché sarebbe un ulteriore sbaglio, consegnare ai posteri una storia senza una verità.
Scusate non vorrei aver rovinato la festa. Ma è più forte di me " Non riesco ad alzare il boccale "
L.Gigli
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