Comano il Castello
Come raggiungerlo:
Cenni storici:
In atto di Adalberto di Toscana del 884 e nella donazione che il re Ugo fece alla moglie Berta, compaiono case e cose ed una corte di 60 mansi a Comano.
Quei beni fin dall' Alto Medioevo appartennero ai marchesi di Toscana, e successivamente agli Obertenghi.
Da questi nell' XI secolo gli Estensi ricevettero il territorio di Comano attraverso il quale controllarono i passi appenninici all' Abbazia di Linari, al Passo del Cerreto e dell' Ospedalaccio.
Questo territorio interessò anche i Bianchi di Eberia, i Bossi della Verrucola, i Dallo di Garfagnana, vassalli della casa di Matilde di Canossa, ed i Malaspina a cui Federico Barbarossa nel 1164 confermò i possessi.
Questa terra e il suo castello sono stati punto di incontro di vie medievali provenienti dall' Emilia che si congiungevano con la strada che tagliava a mezzacosta il versante appenninico tra il Monte Bardone ed il Passo di Tea in direzione di Lucca.
La prima citazione che si ha del "locus" di Comano si ha nel 884 quando è donato al monastero di Aulla, anche se da ritrovamenti archeologici il luogo dove sorge Comano sembra essere stato già abitato fin dall'epoca romana.
Il castello vero e proprio è costituito da una grossa torre a base circolare costruita nel XIII secolo, le mura sono più tarde e la loro costruzione risale al XV secolo.
Il castello di Comano è stato controllato da sempre dai Malaspina, dapprima indirettamente tramite la famiglia Vassalla dei Dallo e in seguito direttamente quando Spinetta Malaspina interviene contro i parenti dell'assassinato Manuele Dallo, Bonacorso e Bacarino Dallo; li sconfigge e li fa decapitare, occupando direttamente il castello.
Analogamente al castello di Groppo San Pietro, anche quello di Comano fu feudo degli Estensi che come Conti di Lunigiana si erano arroccati sui gioghi appenninici.
Dell' antico castello rimangono imponenti ruderi sui quali svetta l'antica torre cilindrica che ricorda quello di Malgrate e Treschietto.
La torre oggi di proprietà pubblica è stata recentemente resaturata.
La prima citazione della pieve compare in una bolla di papa Eugenio III nel 1148. Nei caratteri architettonici la pieve, come altre in Lunigiana ed in Garfagnana, risente dell' influsso lucchese, soprattutto nella muratura a grandi bozze d'arenaria e nelle semicolonne degli archetti sulle pareti e sulle absidi.
Da visitare a Crespiano l' edificio romano la pieve di Santa Maria Assunta risalente al 1100.