Ponti di Anderlino
STORIA
Invio la documentazione relativa a quanto in oggetto, redatta con Office 2007 di 10 pagine, con 11 foto di cui 9 scattate dal sottoscritto, più due ricavate da pubblicazioni riportate della Bibliografia, ma con età una di oltre 100 anni e l'altra di 68 anni, per cui ogni copywright è scaduto.
Saluti.
Lucio Benassi Carrara, 18 aprile 2013
Saluti.
Lucio Benassi Carrara, 18 aprile 2013
Dopo la diramazione concessa per la costruzione del tronco ferroviario di Avenza-Carrara S.Martino, inaugurato pomposamente il 10 settembre 1866 con un tragitto che richiedeva 12 minuti, molti anni dopo, risultando più comodi e rapidi per il servizio passeggeri, i mezzi automobilistici, il raccordo servì soltanto al trasporto delle merci. Infine la linea venne abbandonata e smantellata e la stazione chiusa definitivamente il 29 Febbraio 1969: dopo 103 anni cessava il servizio ferroviario tra Stazione Avenza e Carrara S.Martino. Questi in sintesi gli avvenimenti salienti del tratto Ferrovia Statale Avenza - Carrara S.Martino (Il generale Cucchiari si era distinto nella "Battaglia di San Martino" e dato che l'apertura della stazione fu dovuta principalmente al suo impegno, all'inaugurazione prese questo nome. Da qui deriva l'ancora in uso il toponimo della zona, dove oggi sorge il Tribunale di Carrara).
I ponti di Anderlino sono i due sull’Aurelia e i due che li precedono, uno in via Anderlino e uno in via Pascoli. Tutti sulla ex Ferrovia Statale Avenza-Carrara San Martino, poi data in concessione alla Ferrovia Marmifera Privata tramite il Comune di Carrara con la linea che partendo da Marina di Carrara (vicino al Porto ed i binari proseguivano fino sul pontile), andava ad Avenza con diramazione alla scalo Fiorino, tagliando il viale XX Settembre, subito dopo il ponte FF.S. verso Carrara, oppure per tornare sulla Ferrovia Statale della stazione di Avenza, quindi proseguiva, sui Ponti di Anderlino attraversando Monteverde, Fossola, (scalo Peghini), Carrara S.Martino. Qui si poteva collegare al tratto Marmifera che continuava sul Ponte di Puccinetta e dopo aver attraversato il viale XX Settembre in largo Tenderini, proseguendo per via don Minzoni arrivava allo scalo principale di Monterosso e al Ponte di Ferro (dedicato ai suicidi!) sopra il Carrione, poi Miseglia inferiore, Miseglia superiore. Mentre da Miseglia Inferiore poteva arrivare allo scalo Canalie. Ritornando a Miseglia superiore si poteva proseguire per Torano quindi Piastra, oppure sempre da Miseglia superiore verso i ponti di Vara e scalo Tarnone. Qui un ramo andava a Colonnata ed un altro a Fantiscritti per proseguire all’ultimo scalo di Ravaccione. Questo era il tragitto completo e classico della Ferrovia Marmifera.
Tornando ai Ponti di Anderlino, oggi si possono vedere ancora le casematte fatte costruire dalle SS tedesche negli anni 1944-45, - (le SS non si abbassavano a fare i muratori, obbligavano persone raccolte nei rastrellamenti e magri obbligarle ad un lavoro forzato con metodo Todt: diventato poi agenzia governativa tedesca che prese il nome dal generale e ingegnere tedesco Fritz Todt - 1891/1942 - già costruttore della linea Sigfrido, costituita nel 1938. Dopo lo scoppio della guerra mondiale eseguì fortificazioni lungo i fronti controllati dalle truppe naziste - Vallo Atlantico - che doveva impedire lo sbarco in Europa degli avversari angloamericani, e si avvaleva del lavoro coatto di civili e prigionieri di guerra: 1.500.000 unità nel 1944. Mentre per le distruzioni si servivano di loro colleghi della Wehrmacht), - a ridosso della scarpata, tanto a destra che a sinistra del tratto che va dalla Stazione Ferroviaria di Avenza sino circa al termine della via Carducci a Monteverde, dove il ponte è stato abbattuto, come pure a Stabbio sopra la Carriona ed a quello che si trovava sulla via Stabbio attuale incrocio con la Via dei Marmi (questa Via dei Marmi dovrà cambiare nome, come mi ha precisato l'addetto alla toponomastica sig-Matteo Luigi del Comune: infatti sono già stati tolti i cartelli che la qualificava, per non incorrere in malintesi con la nuova Strade dei Marmi, anche quest' ultima non è ancora stata ufficializzata, e lo faranno alla prossima riunione del Consiglio. L'addetto la proporrà come Via della Stazione). Resta quello di Fossola, a due arcate in via Silicani. Alla ex stazione di San Martino, nei piazzali che ricoveravano i grandi blocchi di lastre e marmi hanno costruito il Tribunale ed i grandi parcheggi per auto e resta soltanto l'edificio relativo alle tre sale d’attesa ed alla direzione, di proprietà delle Ferrovie dello Strato, in un fatiscente lato d’ ingresso murato, ora piazzale parcheggio a pagamento del Tribunale. E’ stato anche ricostruito il Ponte della Puccinetta, sopra il Carrione (essendo questo ponte di ben sei arcate, ma soltanto l’arcata sopra il fiume fu abbattuta, lasciando intatti gli altri cinque, compreso quello sopra via Rosselli, al Boccalone), dove transitava la Marmifera proveniente dalle Cave, ad opera dell’associazione Anarchici (F.A.I.) di Carrara, con relativa lapide in memoria, qui sottostante,
PIU’ POTENTE DELL’ ESPLOSIVO CHE LO DISTRUSSE
L’INIZIATIVA DEGLI ANARCHICI DELLA F.A.I.
DI CARRARA E DELLA LOCALE CAMERA DEL LAVORO
RICOSTRUI’ CON QUESTO PONTE L’ ARTERIA
INDISPENSABILE AL BENESSERE DEL PAESE
ANNO _ _ _ 1946
Un richiamo, in marmo bianco di Carrara, con inciso in rilievo la ruota dello stemma comunale e la data 1945, troneggia sull’arcata del ponte ricostruito
Ponte abbattuto dai tedeschi in fase di ritiro e fuga dalla città, come pure fu fatto saltare il ponte alla Fossa dei Leoni, sul viale XX Settembre arrecando grande disagio alla popolazione tanto a monte che al piano (arrivava il tram sino ad Ortomurano, poi attraversando il Carrione su un ponte improvvisato di assi di legno, ci si recava dalla parte della Fabbrica per prendere un’altra vettura del tram che conduceva in piazza Farini, attuale piazza Matteotti. Allora le auto erano poche e riservate ai benestanti, pochi, il resto che si spostava erano cittadini che usavano il tram. Queste le varie peripezie dei passeggeri, mentre auto e camion dovevano passare dalla via Provinciale Carrara-Avenza, poiché il ponte sulla ferrovia a Stabbio era talmente basso che soltanto auto e non camion potevano superarlo, tenendo presente che la Carriona non era asfaltata ed a ogni pioggia diventava un acquitrino con buche e avvallamenti e spese di varie manutenzione continue.
I ponti di Anderlino, in totale quattro, ma soltanto i primi due sull’Aurelia (inaugurata il 29 ottobre 1933, chiamata dai Romani via Emilia di Scauro in quel di Aventia), vennero abbattuti nel 1945 dalla Wehrmacht settore operativo delle SS, e con le macerie il titolare del vicino Frantoio Tognoni, si costruì la propria casa a ridosso della scarpata, mentre la zona di Avenza era talmente mal ridotta da vari bombardamenti, che le scuole elementari furono improvvisate in una costruzione messa a disposizione da privati, in via Anderlino nell’attuale numero civico 16.- Le casematte fatte costruire dalle SS, sempre a ridosso della scarpata ferroviaria, per la difesa della linea Gotica, sono tuttora visibili anche se ridotte in pessime condizioni all’interno delle stesse, poiché l’esterno fu costruito in cemento spesso e resistente, e si possono vedere: una in via Pascoli, all’altezza del Settore Impianti e Manutenzione del Comune di Carrara, incrocio o termine dalla via Bolfano. Ha una apertura anche verso Sarzana che doveva servire per una mitragliatrice, all’interno un corridoio che riportava nell’altro lato della scarpata, verso Massa, con una apertura rotonda di circa un metro di diametro che probabilmente conteneva un cannone di media cilindrata. Altre casematte, sempre sulla scarpata e sempre con doppia entrata-uscita, sono nascoste dalla vegetazione e da nuove costruzioni civili a basso della scarpata stessa, tanto nel lato Massa che lato Sarzana.
I primi due ponti in via Aurelia più uno sopra la via Anderlino ed un altro sopra la via Pascoli, tutti sulla linea Ferrovia dello Stato, furono costruiti verso l'anno 1862 ma tanto all'Archivio di Stato di Massa che al Comune di Carrara non è reperibile alcun documento che provi la progettazione. Sono andato anche al Genio Civile sempre di Massa, ma quanto riguarda la documentazione dello Stato è stata trasferita a Marina di Carrara in via Salvetti,1 - dove la porta di tali uffici era sempre chiusa. Qualora riuscissi ad avere informazioni le comunicherò. Ho trovato informazioni sulla ricostruzione delle due arcate sopra l'Aurelia del 1945-46 all'Archivio di Stato di Massa. Eccole :
Quelli sull'Aurelia vennero abbattuti dalla Wermacht germanica nel periodo 1945, credo aprile, quando i nazisti si ritirarono dalla linea Gotica. Restarono così, dopo riaperto lo spazio stradale di via Aurelia, per far scorrere la circolazione, quindi furono ricostruiti, credo dal Comune a cui delegata la proprietà per legge, della Marmifera per far transitare i blocchi di marmi che andavano alla Stazione di Avenza per poi immetterli sulla linea nazionale e internazionale. Ma anche per far giungere al Porto blocchi e lastre da imbarcare per varie destinazioni. Inizio delle diatribe tra Ministero Trasporti, Comune di Carrara, Impresa costruttrice delle due arcate abbattute: il Comune di Apuania ufficio di Carrara invia al Sindaco lettera del 2 agosto 1945 con . . . risulta da un sopralluogo che la ditta Biagiotti di Pisa assuntrice della ricostruzione dei ponti della linea Ferroviaria S.Martino - Avenza, non ha ancora iniziato i lavori. Poiché il funzionamento di questa linea è di vitale importanza per l'industria del marmo, essendo parte integrante della Ferrovia Marmifera, mi permetto farle presente la necessità di intervenire presso l'Amministrazione delle Ferrovie perché i lavori vengano iniziati e condotti a termine nel periodo fissato di giorni 90. F.to l'ingegnere Comunale, Bartoloni.
Dal Servizio Lavori e Costruzioni del Ministero dei Trasporti C.S. 415 del 7 agosto 1945 : Ogg.: Ripristino Avenza-Carrara S.Martino, al Capo Servizi Lavori Marchesi - Pisa . . . Il Sig. Direttore Generale ha autorizzato l'esecuzione dei lavori di ripristino del tratto Avenza - Carrara San Martino. Prego eseguire la consegna dei lavori a cottimisti che li hanno appaltati. F.to Capo del Servizio, Locarno.
Queste due arcate vennero ricostruite dall'Impresa Romolo Biagiotti di Pisa, come specifica una loro raccomandata con ricevuta di ritorno del 12 dicembre 1945 . . . Al Sindaco di Carrara, al Capo del Compartimento FF.SS. di Firenze . . . questa impresa che sta eseguendo i lavori di ricostruzione del ponte in cemento armato per conto dell'Amministrazione Ferroviaria per il ripristino della Ferrovia Statale Apuania Avenza - Carrara S.Martino . . .F.to Biagiotti Vincenzo.
La linea stazione di Avenza-Carrara San Martino, dopo il 1859 quando iniziarono i progetti per la linea Pisa-La Spezia, fu costituito un Comitato perché la linea suddetta attraversasse Massa e Carrara, con un traforo sotto la Foce, e furono incaricati gli ingegneri A.Giuliani e G.B.Petroli, ma il progetto fu ritenuto costoso e inutile e la ferrovia venne tracciata come l’attuale, ovvero, Carrara distava da Avenza circa cinque chilometri: allora nacque un altro Comitato che chiese al Ministero competente un collegamento ferroviario tra Avenza e Carrara città. Anche il Comune insistette per tale linea, perché pagava somme sostanziose per la manutenzione della via Carriona (la Carrareccia), delegata al transito di blocchi e lastre di marmo, (sui carri e carrette dette anche mambrucche, poi spariti i buoi subentrarono trattrici a vapore con le ciabattone e autocarri a motore, quindi i camion come tutt’oggi esistono. La mambrucca, detta in carrarino manbruka, era un barroccio con pianale molto basso e alte sponde a rastrelliera, ed il mambruccaio era colui che guidava una mambrucca. Rammentiamo un trasporto immane, tramite buoi, del famoso "monolite" . Lavori dell’ardua impresa di sollevamento furono affidati dal gerarca carrarino Renato Ricci all’arch.Costantino Costantini, coadiuvato da¬gli ingegneri Pintonello, Girardo, Romano: il blocco misurava 17.40 metri di lunghezza, 2,35 in altezza e profondità, perfetto nelle venature e mancanza di incrinature, destinato al costruendo "Foro Mussolini" di Roma, nel 1929 venne utilizzato una lizza trainata da 36 paia di buoi, per condurlo dalla cava di Carbonera ad essere imbarcato sulla chiatta/zatterone "Apuanio" al Porto di Marina di Carrara quindi condotto alla foce del Tevere e percorrendo tale fiume sino alla destinazione finale. Inaugurato a Roma nel 1932).
Si crearono conflitti coi cittadini, per l’inquinamento, benché sia stata creata la costosa e riservata a questi trasporti, Strada dei Marmi, ma non quella precedente che dal ponte di Walton andava sovrastando il viale XX Settembre, fino alla Provinciale Carrara-Avenza, ma la nuova Strada dei Marmi che dall'imbocco della galleria della Foce di Miseglia Bassa arriva sino sull'Aurelia alla rotonda del confine con Massa. Cinque chilometri 611 metri di tracciato, in parte in 4 gallerie e su 6 viadotti. Inizio progetto 2003, per decretare i terreni da espropriare e requisire, inizio lavori: 18/01/2006, costata 120 milioni di euro, inaugurata il 21 aprile 2012. Inoltre è attuale la minaccia di scioperi a oltranza di camionisti per le pessime condizioni stradali, del tratto precedente la Galleria della Foce, dovute al maltempo e con buche profonde anche 40 centimetri, che rischiano situazioni di pericolo con tragedie irreversibili. Per ora, (aprile 2013) hanno ottenuto la copertura dei camion che trasportano carichi di detriti.
Il 10 settembre 1866 venne inaugurato il tratto Stazione di Avenza-Carrara S.Martino, collegando così la città alla linea ferroviaria nazionale ed internazionale, mentre tutti gli scali della F.M.P. vennero inaugurati nel 1890.
La storia della Ferrovia Marmifera Privata di Carrara (F.M.P.) è lunga, complicata ed anche difficile da spiegare: iniziò con il conte Carlo Del Medico negli anni precedenti il 1850, che ottenne l’autorizzazione dal duca Francesco IV nel 1854, compreso l'esproprio forzato dei terreni, per il tronco ferroviario da Carrara a Torano, ma anche se successivamente rinnovata tale concessione, venne abbandonata. Come pure altri numerosi progetti. Neppure nel 1864 per iniziativa del Comune di Carrara fu possibile portare a termine il progetto, per beghe tra lo Stato, il Comune ed i proprietari dei terreni che attraversava. Finalmente il Comune di Carrara, il 21 ottobre 1871 concesse il permesso di costruzione all’impresa Nordant e Righi. Il notaio Luigi Scappucci, fiorentino, in data 5 novembre 1874 fece il rogito, con progetto di Willy, Garzoni ed ing. Turchi, per i lavori inerenti i tratti Avenza-Marina e Carrara-Torano fino a Piastra facendo entrare in servizio tali tronchi nel 1877. Mancavano ancora molti collegamenti per cui chiamarono a terminarli la Società Veneta di Imprese e Costruzioni che li portò ad attivarli il 15 maggio 1890.
La Ferrovia Marmifera Privata di Carrara, ultimo direttore l’ing. Pietro Ceci che era diventato nel 1902 anche il maggior azionista con contratto fino al 1966, si estendeva con 15 gallerie e 16 tra ponti e viadotti con arcate, inclusi i 4,5 km del tratto tra S.Martino-Avenza di ferrovia pubblica, raggiunge un totale complessivo di linea con circa 22 km, esclusi i binari di servizio nelle stazioni e gli allacciamenti alle molte segherie. Da S.Martino verso il Ponte di Puccinetta a 6 arcate e per il passaggio a livello di via Roma-largo Tenderini fa capo alla centrale di Monterosso, attraversando la città nella zona ad est su via Cavour, Verdi, Michelangelo e Pietro Tacca. Da Monterosso dove sono le officine di riparazione, i depositi e gli uffici del movimento, attraversa il Carrione con il Ponte di Ferro a Vezzala per toccare la stazione di Miseglia inferiore. Retrocede quindi costeggiando il monte Bettogli ed arriva a Torano sorpassando un ponte a sette arcate, arrivando con una diramazione che attraversa la Galleria di Crestola, alla Piastra. Da Torano la linea prosegue in regresso, percorrendo di nuovo il monte Bettogli per arrivare , dopo un viadotto di 4 arcate alla stazione di Miseglia superiore. Da qui attraversando le zone marmifere più importanti e ricche di ponti, viadotti e gallerie: Galleria del Monte della Croce, Viadotto di Canal Piccinino a tre archi, Viadotto Ponti di Vara con ben 5 archi alti 30 metri dal piano strada (questo viadotto, minato alla base di un pilone dagli ex bovari poiché la Ferrovia toglieva lavoro ai loro trasporti tramite buoi e mambrucche). Proseguono con la Galleria di Vara scavata nel vivo marmo, quindi Viadotto delle Fornaci a due archi, Galleria del Belgia, Galleria del Bacchiotto quindi Stazione di Tarnone, una fra le più importanti. Da qui si tracciano tre diramazioni, la prima raggiunge il Calagio, la seconda raggiunge la Galleria di Gioia e quella di Colonnata con la stazione, la terza la più lunga Galleria di Monte Novella, a forma di esse, che per rammentarla, bisognava percorrerla con un bastone strusciato sulle verghe tenendo la destra, oppure con una lanterna quando trovavi un cantoniere, che immetteva alla Stazione di Fantiscritti, la più importante di tutte. Da qui, con la galleria più lunga in linea retta, si arrivava alla Stazione di testa di Ravaccione, con la quale terminava il tracciato della Ferrovia Marmifera Privata.
Avvenimenti :
31 Luglio 1944 bombardamento su Ghiacciaia, Stabbio e S.Martino che provoca una dozzina di morti. Fu colpita in pieno la Villa Ascoli di Stabbio, dove c’era un ospedale tedesco ed aveva una grande croce bianca sul tetto. Non vi descrivo l’ incredibile strage dei ricoverati. Io vivevo sotto la villa, in via Carriona, con una pioggia di spezzoni umani. Di questi cadaveri straziati dall’esplosione non si conosceva né chi fossero di nome, né il numero di quanti perirono.
19 Ottobre 1944 la formazione partigiana della Brigata “Ulivi” impedisce ai tedeschi di far saltare i Ponti di Vara ed altri ponti della Ferrovia Marmifera.
30 dicembre 1944 la stazione di San Martino subì un bombardamento: saltarono i grandi contenitori di gas e morirono 32 persone civili (erano in attesa ed in fila per acquistare carbon coke da cucinare nei “foconi” che erano fornelli tondi costruiti con grossi lattoni usati, di salsa o calce, imbottiti di terra argilla, con un foro sottostante la grata per raccogliere e togliere la cenere).
6 Gennaio 1945 bombardamento alla Stazione di S.Martino: forse pensavano che fosse una importante stazione, comunque ci furono vittime.
21 Gennaio 1963 il Ministero dei Trasporti autorizza la Ferrovia Marmifera di Carrara al passaggio dall’esercizio ferroviario a quello automobilistico su gomma.
29 Agosto 1964 cessa ogni servizio della Ferrovia Marmifera da Carrara S.Martino alle Cave.
15 Maggio 1965 cessa completamente l’attività ferroviaria della Marmifera.
29 Febbraio 1969 dopo 103 anni cessa definitivamente il servizio ferroviario tra Stazione Avenza e Carrara S.Martino.
27 Aprile 1999 con l’intervento del Comune di Carrara che si accolla i debiti residui, cessa di esistere la Società Marmifera Privata di Carrara.
Bibliografia :
• LAVAGNINI Luigi - Carrara nella Leggenda e nella Storia - Ed. S.E.A . Carrara 2010
• MUNDA MAURIZIO (a cura) - Cronologia di Carrara - Ed. Accademia Aruntica di Carrara 2008
• LAZZONI CARLO - Carrara e le sue ville - Ed. Atesa Bologna, Riedizione anastatica del 1880
• CANALI Daniele - La Ferrovia Marmifera di Carrara - Ed. S.E.A. Carrara
• BIZZARRI Alfredo e GIAMPAOLI Giorgio - Guida di Carrara - Ed.Banca Giampaoli & C. Riedizione anastatica del 1932.
• LUCIANI Luciano - Vocabolario del Dialetto Carrarase - Tip.Ceccotti Massa, due tomi, 2003.
• Enciclopedia Universale, Le Garzantine - Edit.Garzanti, Milano, 2011.
• La foto della distruzione del Ponte di Anderlino sulla via Aurelia ricavata dal volume Città di Carrara - Medaglie d'oro al merito civile - Stampato per conto Amministrazione Comunale di Carrara, 2007.
• La foto della facciata Stazione San Martino di Carrara, ricavata dal volume "I Treni" di Marcello Bernieri Editrice S.E.A. di Carrara, 2011 (già pubblicata da
"La Nazione" supplemento Album delle Apuane/9 pag.144 - foto dei primi del 1900)
Lucio BENASSI Carrara, 18 Aprile 2013
I documenti che cito nel testo, relativi al Comune di Apuania, Ministro dei Trasporti, Imp. Romolo Biagiotti, ho le fotocopie rilasciatemi dall'Archivio di Stato di Massa, il 17 aprile 2013.
Commenti dei visitatori
Complimenti per la completezza dell'articolo! La Marmifera, mai un'Amministrazione Pubblica, si dimostrò così sollecita nello smantellare un'opera di ingegneria unica al mondo, non solo si strapparono le rotaie a tempo di record, ma con la scusa della "poca altezza" si abbatterono anche i ponti che permettevano l'attraversamento di strade e canali, come è avvenuto a Monteverde. In quegli anni la Marmifera trasferì i suoi trasporti su gomma con i famosi camion Titano, rivelatosi poi un'esperienza fallimentare che portò realmente alla sua chiusura, e alla pensione anticipata di molti dipendenti, alcuni addirittura con meno di quaranta anni. Altro che legge Fornero!!!!!!!!!
Mario Volpi
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