I Liguri Apuani
Caprione
LIGURI APUANI
Geografia
Degli antichi Liguri e delle loro origini ben poco si riesce a costruire, anche le nozioni greche prima e latine dopo lasciano molti dubbi.
Il termine Ligures identifica un gruppo di persone che abitavano in un vasto territorio che nel 4 secolo a.C si estendeva dal Rodano a Antion.
I liguri rappresentano la grande potenza che occupa l'area nordoccidentale confinando con gli Iberici a ovest e con i Celti a nord.
Verso il III secolo a.C. si inizia a delimitare la Liguria con confini più netti, ma sempre una vasta area che va dalla Linguadoca all’ Arno.
Origini del nome.
Il termine con cui i liguri sono identificati dai greci e dagli autori latini è Ligures e che indica un suono acuto, stridulo, poco piacevole, quindi una tribù dalla voce stridente simile al canto del cigno morente.
Ambedue i vocaboli sia greco e sia quello latino derivano dalla stessa radice, e identificano entrambi un gruppo di popolazioni sparsi su un vasto territorio, dalla parlata incomprensibile dia dai greci e dai romani dopo.
Pur vivendo in una terra bagnata dal mare i liguri sono stati essenzialmente legati alla terra ferma,ai monti, e crinali.
Diciamo pure una società agro pastorale dedita alla coltivazione di cereali e vitigni e proprio x questo veneravano le cose semplici come l'acqua, le sorgenti le rocce, il culto per la natura e i fenomeni naturali come il fulmine, il tuono, le piogge, elementi che in qualche modo influenzarono la loro vita quotidiana, da cui dipendeva la loro sopravvivenza.
Le loro testimonianze incise in rocce raffigurano ruote solari, bovidi con corna e senza, aratri, carri.
Il monte Bego in Francia è oggi la testimonianza più ricca di queste incisioni ed è stato riconosciuto come luogo di grande sacralità, dove in tutta che zona si trovano molte testimonianze. Poche notizie certe e sicure che ci provengono da storici come Marco Porcio Catone che ci lasciano commenti non proprio lusinghieri e da Livio, lo storico più attendibile della guerra apuana, assieme a Diodoro Siculo. Popolazione dell’Italia preromana, si trattava di confederazione di tribù che vivevano in parte dell’Appenino ligure e tosco-emiliano e sulle Alpi Apuane, estendendosi dalla valle del Vara (SP), sino alla media valle del Serchio (LU). Si possono considerare gli attuali territori della provincia di La Spezia, Massa-Carrara e Lucca, zone occupate da località paludose, note come Fossae Papirianae (a Fosdinovo la via principale è via Papiriana).
Gli Apuani erano guerrieri particolari: non erano muniti di cavalleria perché occupavano zone di origine montuose e non disponevano neppure di corpi organici con armamento differenziato come i Romani, ma il loro armamento differiva a secondo del censo e dello stato sociale del guerriero; la panoplia (= il complesso delle parti di un'intera armatura) completa (elmo, scudo, lancia e spada) era riservata ai cosiddetti capi, altri erano armati solo di lancia, spada e scudo mentre i meno ricchi della sola lancia. La scure rappresentata nelle statue stele (specialmente nel Castello del Piagnaro a Pontremoli), non è stata ritrovata nel corredo funerario dei guerrieri del III° secolo a.C. e quindi non doveva far parte dell’armamento apuano. Costoro per molti anni interruppero le comunicazione coi Romani verso il porto di Luni, dal momento che i Romani erano occupati in vari combattimenti (nel 190 a.C. Minucio lasciò il comando ai nuovi consoli Lucio Cornelio Scipione Asiatico ed a Gaio Lelio impegnati in Oriente contro Antioco, con opposizione interne politiche, quindi dedotta la colonia latina di Bononia (Bologna) nel territorio sottratto ai celti Boi): solo dopo aver firmata la pace con Antioco III°, i Romani poterono rivolgersi contro gli Apuani che li ostacolavano nel porto di Luni, dove partivano i battelli carichi dei marmi apuani. Oltre alla battaglia incruente tra Liguri-Apuani contro Romani, intervenne Caio Flaminio che a Pisa sconfisse i Friniati, amici degli Apuani, che avevano devastato l’agro Pisano e Bolognese. Nell’intervallo i Romani costruirono la via consolare tra Bologna ed Arezzo, la Flaminia, quindi la via consolare da Piacenza a Rimini (Emilia), per congiungerla con la Flaminia L’altro esercito Romano al comando di Marco Emilio risalì le valli del Serchio e della Magra incendiando e devastando terre e villaggi liguri. Una volta domati i Liguri-Apuani ed i Friniati (sfuggiti a Caio Flaminio), fecero osservare la legge tribale diffusa in molti popoli italici (Sanniti, Etruschi, Romani, ecc.), “con la quale chiunque agirà contro la sua prescrizione sarà sacrificato ad uno qualsiasi degli dei con la sua famiglia ed il suo patrimonio . . .” (Festo, De verborum significato, Liv., XXXVI). Ma la pace era ancora lontana: il console Quinto Marcio Filippo si preparava a marciare contro i Liguri-Apuani, ma il console ottenne una disastrosa sconfitta in mezzo a quei recessi boscosi che da sempre erano stati per i Liguri-Apuani nascondiglio e rifugio, circondato in posizione sfavorevole in una stretta gola, da sempre occupata dai Liguri. Altra battaglia nel territorio di Torrano nella stretta vallata della Gordana al confine tra i comuni di Zeri e Pontremoli, nel comune di Bagnone e Marciaso, nel comune di Fosdinovo, seguendo la litoranea più breve e sicura (l’Aurelia Nova, tra Pisa e Luni, costruita nel 200 a.C.) per risalire la valle del Serchio, la stretta vallata tra le Apuane e l’Appennino e di lì passare nella Val di Magra, proprio nel territorio apuano.
Le battaglie continuarono, per diversi decenni, tra gli indomabili Liguri-Apuani ed i pretenziosi Romani che volevano dominare tutta la valle della Lunigiana e Garfagnana, tutta la Liguri, occupando il Porto di Luni per l’imbarco dei nostri marmi con cui avrebbero abbellito Roma, ma i Luguri-Apuani si opponevano all’espansione romana, dopo la definitiva sconfitta di Annibale.
Gli Apuani sconfitti dai Romani furono deportati nel Sannio (era una regione storico-geografica dell'Italia meridionale che corrisponde all’attuale Molise), proprio perché impedirono alle Legioni Romane di occupare il porto di Luni, indispensabile all’imbarco dei marmi scavati e lavorati sulle nostre Cave Apuane, sopra Carrara e trasportati con carri trainati da buoi lungo la vecchia via Carriona che passava dall’attuale via Turigliano fino ai Ponti di Anderlino (che allora non esistevano), immettendosi sulla consolare via Aurelia Scauri, sino al Porto di Luni). Gli insediamenti dei Liguri-Apuani risalgono a circa mille anni a.C. e questa cittadina, Pontremoli, era conosciuto come Apua, da cui il nome della diocesi Apuana, ovvero Apuania.
Bibliografia:
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“Rivista di Studi Liguri”, 1964
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Annalina Levi and Mario Levi. Itineraria
picta: Contributo allo studio della Tabula Peutingeriana (Rome: Bretschneider)
1967
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Franco Prontera (a cura di), Tavola
Peutingeriana, le antiche vie del mondo, 2003
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http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/LIGURI%20%20%20APUANI.pdf
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https://it.m.wikipedia.org/wiki/Pontremoli
(storia completa dei Liguri-Apuani,
con Tito Livio, storico romano dal cognome sconosciuto)
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Tito Livio, Storia di Roma, Newton
Compton, Milano, 1997 (6 volumi)
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Marco Porcio Catone, De re rustica. 2, In
Venezia, nella Stamperia Palese : si trova presso l'erede di Niccolò
Pezzana, 1794.
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