Fossola Moneta
Le edicole sacre sono una forma di espressione artistica definita minore. Nascono nel mondo pagano per essere successivamente recuperate come simbolo di devozione cristiana, privata e popolare. Le possiamo trovare lungo le strade, agli incroci, murate nei muri delle case, sui muri di cinta.
Spesso commissionate agli artigiani produttori dagli abitanti di un borgo o da qualche committente benestante, sono il simbolo del sentimento magico-religioso popolare. Prevale su tutti il culto di Maria, Madre di Gesù.
Sul territorio apuano le edicole sacre sono nella quasi totalità in marmo e nel corso del tempo sicuramente hanno costituito una componente importante della produzione dei laboratori della lavorazione del marmo apuani.
Purtroppo in questa nostra ricerca abbiamo constatato che molte di queste edicole sono state rubate o sono state oggetto di atti vandalici.
Sarebbe opportuno che queste "opere minori" fossero maggiormente tutelate al fine di impedirne la scomparsa.
Marina di Carrara, Avenza, Nazzano,Bonascola, Pontecimato, Melara,Ficola,Fossola, Moneta Carrara, Baluardo, Caffaggio. paesi a monte
Precisiamo che tutte le edicole sono catalogate per strada e numero civico.
Per maggiori informazioni contattate lo Staff
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata stante sulle nuvole, nella mano destra tiene il rosario e con il braccio sinistro sorregge il Bambino, raffigurato nudo,( simbolo di purezza ) che nella mano sinistra tiene il rosario. | M SS D ROSARIO PSD Madonna Santissima del rosario per sua devozione. |
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata stante, il bambino è sempre alla sua destra e viene raffigurato nudo, simbolo della purezza. | Questa immagine fatta fare da A.P E' molto probabile che siano le iniziali di Agostino Pisani |
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata stante su una nuvola, che al suo interno mostra alcune facce. Alla sinistra è raffigurato Sant'Agostino vescovo con mitra bastone mantello episcopale, e dottore della Chiesa con il libro nella mano sinistra, oltre che omonimo e protettore del dedicante Agostino Pisani. | Didascalia AGOSTINO PISANI P. SUA DEVONE 1760 |
A Fossola abbiamo trovato 12 edicole
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata stante, il Bambino come sempre è alla destra e viene raffigurato nudo, simbolo di purezza. |
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata a mezzo busto, il Bambino come sempre è alla destra e viene raffigurato nudo, simbolo della purezza. |
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata a mezzo busto, il Bambino come sempre è alla destra e viene raffigurato nudo, simbolo della purezza. |
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata stante con mani congiunte in atto di preghiera e lo sguardo rivolto verso il cielo. |
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In questa edicola viene rappresentato San Giovanni Battista semicoperto da un vello di pecora a ricordo del periodo di penitenza passato nel deserto. Raffigurato con un mantello su abiti semplici e con la mano destra tiene una croce, ai suoi piedi una pecora. |
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In questa icona La Vergine con le braccia aperte, raccoglie i fedeli sotto il suo mantello che è sempre chiuso sul seno e si allarga verso il basso a proteggere i suoi figli. |
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In questa edicola la Vergine è raffigurata stante, con il capo ricoperto dal velo. |
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In questa edicola la Vergine è raffigurata stante, con il capo ricoperto dal velo. |
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata nella parte più alta, il Bambino viene raffigurato nudo, simbolo della purezza. |
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Questa edicola, visto lo stato di conservazione fa presupporre di essere molto datata. |
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Come si vede la faccia non è decifrabile, tuttavia guardando il vestito si presume essere la Vergine che viene raffigurata stante su nuvole. |
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A Fossola via Agricola abbiamo trovato 12 edicole
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In questa edicola la Vergine è raffigurata stante,e con il capo ricoperto dal velo. |
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In questa edicola la Vergine è raffigurata stante, con il capo ricoperto dal velo. il trigramma IHS trae origine dal nome greco di Gesù Ιησοῦς non IXThYS, icthiùs, pesce; Ιησοῦς Χριστός Θεoῦ Υιός Σωτήρ è acronimo di Iesùs CHristòs THeù Yiòs Sotèr, in italiano Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore. Nel centro storico di Carrara sono presenti decine e decine di IHS. IHS (iota eta sigma) è da sempre l'abbreviazione del nome di Gesù, in greco IHSO¡S; in latino il nome è diventato IESUS ma è rimasta l'abbreviazione greca coi segni grafici latini IHS ( i, acca, esse); al tempo di San Bernardino il nome di Gesù spesso era scritto IHESUS: la lettera H cessa di essere la lettera greca eta e diventa un segno grafico di pronuncia dolce (ora è il contrario, la h indica la pronuncia gutturale della c e della g davanti a i o e ; inoltre non facciamo distinzione tra I semivocale e I vocale). XPS (chi, rho, sigma) è l'abbreviazione del nome di Cristo, rimasta anche in latino coi segni grafici dell'alfabeto latino X P S (ics, pi, esse), spesso solo X e P sovrapposti; questo, sì, può essere chiamato cristogramma cioè abbreviazione del nome di Cristo; è improprio ma molo molto diffuso chiamare cristogramma o simbolo cristologico l'abbreviazione IHS del nome di Gesù . La devozione al nome di Gesù IHS fu fortemente propugnata e diffusa da San Bernardino da Siena, ma a Carrara il simbolo IHS fu imposto dai Gesuiti, solo qualcuno è bernardiniano: sicuramente quello di Torano del 1464 e forse quello in Carrara di Via Finelli 25. Segnakazione Signor Elio |
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In questa edicola la Vergine viene raffigurata stante circondata da piccoli visi di Angeli, e porge sulla destra il Bambino (viene raffigurato nudo, simbolo della purezza) al fede inginocchiato. |
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In questa edicola la Vergine è raffigurata stante su nuvole e con il capo ricoperto dal velo. |
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In questa edicola la Vergine è raffigurata stante su nuvole e con il capo ricoperto dal velo. |
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In questa edicola la Vergine è raffigurata stante, con il capo ricoperto dal velo. |
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L'edicola rappresenta San Ceccardo vescovo (pastorale, mitra, cappa), martire (Gesù lo accoglie porgendogli la palma). Nella parte inferiore si nota la ruota simbolo della nostra città. "Fortitudo Mea in Rota"
Segnalazione dal signor Elio |
Ci raccontavano che un giorno, un cacciatore passasse per quella strada, e giunto al cospetto della Madonnina, furioso per non avere preso nulla durante la battuta di caccia abbia esclamato” non hai permesso che prendessi nulla, quindi prendi questa” e sparò una fucilata all’effige sacra. L’indomani, l’uomo, che era un cavatore, fu riportato a casa dentro un sacco “a tochi com la tunina.” (a pezzi come il tonno di scarto.) Nel racconto è ben presente l’orrore della gente per una profanazione del sacro così terribile, com’è chiaro il richiamo a una pena ritenuta giusta, e che in una città come la nostra, non poteva essere che l’incidente in cava.
L’Edicola si trova a pochi metri dal muro di cinta del Museo del Marmo, e a esaminarla accuratamente, si vede bene che purtroppo è in pessime condizioni, la parte in muratura ha subito per metà un parziale restauro, che forse ha peggiorato le cose, demarcando fortemente il vecchio dal nuovo.
La scultura della Madonnina è priva di mezza faccia e di mezza testa, cosa che potrebbe aver generato la credenza del colpo d’arma da fuoco. In calce vi è scolpito qualcosa simile a un nome, ma l’unica cosa che si legge chiaramente è la data, 1769. Secondo me è un ex-voto per una grazia ricevuta, perché si vede un bambino che sembra travolto da una ruota di carro, poco discosta vi è una mitra Vescovile come fosse caduta dal capo della figura accanto, quasi che il Santo che l’ha salvato fosse un Vescovo.
E’ un gran peccato che piccoli capolavori come questo, testimoni della nostra storia Medievale e Rinascimentale, siano abbandonati così, agli atti vandalici, e all’ingiuria del tempo, o peggio. Era mia intenzione mostrare un’altra splendida Madonnina di pregevole fattura, che era posta in un’Edicola sulla via mulattiera che da Fossone Alto porta a S. Lucia, ma quando mi sono recato sul posto, ho dovuto costatare che non c’era più, rubata, forse venduta a qualche collezionista senza scrupoli. Con la crisi finanziaria attuale, è impensabile che le istituzioni investano soldi nel restauro e la protezione di queste opere, ma perché non interessare a tale compito qualche sponsor privato? Non sarebbero necessarie cifre astronomiche, e certamente dalla collettività il nome di questo “mecenate” scritto magari in una targhetta in calce, sarebbe ricordato con più efficacia di cento insulsi, e costosissimi, spot pubblicitari.
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