Piazza Luigi Giorgi
Strada facendo
Un eroico … Ragioniere
Qualcuno sostiene che la guerra, con i suoi orrori e le sue privazioni, faccia emergere il meglio e il peggio degli esseri umani che vi partecipano. Non a caso gli eroi, e i” mostri”, sono nati durante i purtroppo, numerosi conflitti che il genere umano ha avuto nel corso della sua storia millenaria. Come ebbe a dire Calvin Coolidge, trentesimo Presidente degli Stati Uniti “la Nazione che dimentica i suoi eroi, sarà essa stessa dimenticata” ed è forse per questo che moltissime vie e piazze di ogni città, italiana e non, sono intitolate a soldati, e patrioti, caduti per difendere un ideale. L’oblio del tempo, però, anche se non li fa dimenticare, sfoca le loro figure, rendendole indistinte, come le cime degli alberi durante una nebbiosa giornata di novembre. Ciò non è giusto, perché se oggi noi siamo qui, lo dobbiamo in parte anche al loro sacrificio, perciò è doveroso ricordare soprattutto alle nuove generazioni, chi devono ringraziare per il loro benessere, e la loro libertà. Esiste una piazza a Melara, intitolata a un soldato italiano morto da eroe, ma che merita certamente una menzione speciale perché fu l’unico militare italiano di tutti i tempi, cui fu conferita non una ma ben due medaglie d’oro al valor militare, oltre alla prestigiosa Silver Star americana. Luigi Giorgi, questo è il suo nome, nacque a Carrara, il 7 settembre 1913, e cosa rara per quei tempi, si diplomò Ragioniere, e Perito Commerciale. Scelse però, la carriera militare e a soli ventidue anni si arruolò come Allievo Ufficiale di Complemento nel Regio Esercito Italiano, e fu preso in carico alla Scuola militare di Palermo. Promosso al grado di Sottotenente, dopo un breve periodo a Firenze, fu congedato. Dopo meno di due anni però, mentre si agitavano i primi funesti venti di guerra, fu richiamato e assegnato a un battaglione di Fanteria. Il suo alto profilo morale, e la sua istruzione, gli spianarono la strada per conseguire una rapida carriera, che lo fece passare in pochissimo tempo, da semplice Sottotenente, a Capitano Comandate.
La disfatta dell’8 settembre lo colse in Corsica, dove la sua divisione si oppose eroicamente alle truppe naziste, prima di essere trasferita in Sardegna, e trasformata in Gruppo di Combattimento “Cremona” per combattere al fianco degli Alleati. Molto benvoluto dai suoi soldati, ufficiale di grande capacità tattica e umana, gli fu assegnato il comando di una compagnia di fucilieri riorganizzata in uomini e dotazioni, e schiarati a protezione del fianco delle truppe inglesi nelle valli di Comacchio. I fucilieri al Comando di Luigi Giorgi, dovettero subire la furiosa resistenza delle truppe tedesche che, ormai vedevano la loro poderosa Linea Gotica cedere sotto la pressione degli alleati. Con due soli soldati che si erano offerti volontari per quella missione, andò alla conquista di un munito caposaldo tedesco, che sbarrava loro il passo. Lasciato al sicuro i due coraggiosi soldati guadando un fosso, strisciando sotto i fili spinati, e attraversando insidiosi campi minati, giunse all’interno del caposaldo nemico, e con il lancio di bombe a mano costrinse gli occupanti alla resa. Raggiunto dai suoi uomini, si trovò sotto il pesante fuoco di reazione dell’artiglieria nemica, che colpì una casamatta seppellendo sotto le macerie due suoi uomini. Incurante delle cannonate, allo scoperto, estrasse i suoi due soldati da sotto le macerie, salvandoli così da morte certa. La notte successiva poi, sapendo che un soldato italiano ferito si trovava nel mezzo di un campo minato, da solo, tastando il terreno palmo a palmo, riuscì a raggiungerlo, e dopo ore di sforzi inumani, a trascinarlo al sicuro. Per queste azioni ottenne la sua prima medaglia d’oro al valor militare, e anche gli Alleati gli conferirono la Star Silver. Dopo pochi mesi, alla testa di pochi uomini coraggiosi, attaccò una grossa colonna militare tedesca, catturando armi, automezzi, e facendo ottanta prigionieri. Ma la morte aveva dato appuntamento a questo coraggioso guerriero. A pochi giorni della fine della guerra, durante un furioso bombardamento di artiglieria nemico, il Capitano Luigi Giorgi, mentre era impegnato, con il solito sprezzo del pericolo, a soccorrere i suoi soldati rimasti sepolti sotto le macerie, fu ferito gravemente a sua volta, e dopo pochi giorni morì a Ferrara. Per quest’altro atto di eroismo ottenne la seconda medaglia d’oro, questa volta purtroppo alla memoria. Il Capitano Luigi Giorgi, però, non sarà ricordato solo come eroico combattente, ma soprattutto come grande paladino della vita umana, visto che, per salvare quella altrui, ha donato senza esitazioni la propria.
Mario Volpi
In questa rubrica trovi