Pulica
Ai nostri confini
Da Carrara
Salire per la strada statale per Gragnana SS446, arrivati al bivio lasciare la strada che conduce a Campo Cecina e prendere per Fosdinovo poco prima di arrivare all'innesto che conduce al paese, troviamo la deviazione a destra con le indicazioni del paese.
Da Sarzana :
Salire per la statale ss446 oltrepassare il paese, al primo bivio prendere a destra nella strada provinciale SP9, poi al prossimo incrocio svoltare a sinistra e seguire la strada fino al paese.
Il borgo
Il paese di Pulica sorge su un cucuzzolo alle spalle del monte in cui è situato Fosdinovo, posizione importantissima da punto di vista strategico per il controllo della via che collegava l'antica città di Luni alle vallate interne fino a Lucca. Alcuni infatti, fanno risalire il suo nome a "Publica," come i romani chiamavano quella antica strada, mentre altri sostengono invece che il toponimo possa fare riferimento alla proprietà della terra, e altri ancora a "Pulces" una storpiatura dialettale del nome latino di una pianta medicinale, che cresceva rigogliosa nella zona. Il borgo viene citato già nel 879, per una permuta di terreni tra il vescovo di Luni e quello di Lucca, mentre nel codice Palavicino questa citazione avviene solo nel 1184. Ma è palese che il luogo in cui oggi sorge Pulica, fosse già abitato dalle antiche popolazioni dei Liguri Apuani. A sostegno di questa teoria, sono i ritrovamenti di tombe, e addirittura di un'antica necropoli databili a metà del III secolo a.C. a poca distanza da questi luoghi. Quelle antiche popolazioni infatti, erano solite costruire i loro villaggi, chiamati "castellari" sui cucuzzoli delle colline, racchiusi in palizzate per meglio difendersi da uomini e fiere. L'esistenza della Pulica medievale non fu affatto facile. I suoi abitanti traevano il loro sostentamento prevalentemente dalla scarsa agricoltura di montagna, dalla coltivazione del castagno, ma sopratutto dalla produzione di carbone di legna. Proprio il carbone, il petrolio medievale, decretò il saccheggio e la sua parziale distruzione nel 1343, ad opera di un mercenario al soldo dei pisani, tal Raimondo di Monteverde. Ricostruita dopo pochi anni, passò sotto il Marchesato di Olivola, fino alla sua estinzione, per poi passare per un breve periodo sotto i Malaspina per finire poi, sotto l'influenza di Fosdinovo. Oggi il borgo, ancora ben conservato, sta subendo un drastico declino demografico, con pochissimi abitanti residenti, e la totale assenza dei servizi pubblici essenziali. Quello che non sono riusciti a fare nei millenni, la miseria, le carestie e le guerre, è perfettamente riuscito al "progresso," condannando all'oblio un'altra pietra miliare della nostra storia.
Tra leggenda e fantasia - Pulces (Pulica)
La grande Madre luna splendeva in cielo, e rischiarava i boschi che circondavano Pulces, il "castellaro." I tamburi sacri rullavano sinistramente fin dal mattino, per richiamare tutti i guerrieri che erano a guardia dei "vales" più lontani.
Il grande capo Tonek, colui che aveva guidato le armate dei Liguri Apuani contro gli uomini coperti di ferro che venivano da sud, era morto. Il corpo ricoperto dalla pelle di un lupo, e di un orso, era stato posto su un'alta catasta funebre. Gli sciamani lo avevano unto con grasso profumato perchè facesse buona impressione quando fosse stato al cospetto della grande madre che lo aspettava splendente, in alto, nel nero cielo stellato. Le donne piangevano e si lamentavano, mentre si ferivano il corpo con i pennati, per offrire il loro sangue come sacrificio, in onore del grande capo.
Di colpo i tamburi cessarono, e un silenzio irreale cadde sul villaggio. Malek, il figlio prediletto del grande capo, colui che ne avrebbe preso il posto, avanzava lentamente con una torcia accessa. Si avvicinò alla gigantesca catasta funebre, e disse" padre, che la grande madre possa accoglierti al suo fianco, nel cielo, e che tu di lassù, possa continuare a proteggere il Popolo della Luna, come hai sempre fatto." Poi gettò la torcia fiammeggiante alla base della pira. Le fiamme, ebbero come un'attimo di esitazione, quasi temessero di oltraggiare il corpo del capo disteso sopra la pira, ma poi si alzarono alte, crepitando e lanciando faville verso il cielo. Un'alba, fredda e nebbiosa avvolse il castellaro, quasi che anche il nuovo giorno fosse corucciato per la perdita del grande Tonek. Della grossa pira funebre non era rimasto quasi nulla, se si esclude alcuni tizzoni ancora fumanti. Le grandi porte del castellaro si aprirono, e guidato dagli sciamani, un lungo corteo di guerrieri in armi uscì, dirigendosi, al suono cadenzato dei tamburi, verso ciò che restava della pira funebre. Lì giunti lo sciamano anziano, fece avanzare due giovani guerrieri che recavano su una portantina una grossa olla, salmodiando formule magiche, pose al suo interno, la cenere che raccoglieva da terra con le mani nude, mentre le donne cominciavano il lamento funebre. Il corteo si riformò, e ora i tamburi quasi non riuscivano a coprire il lamento straziante delle donne, mentre si dirigevano verso l'Ultima Capanna. Questa capanna di pietra era stata preparata, molto tempo prima, all'interno di una grande fossa, e ora sarebbe stata l'ultima dimora per il grande capo. Pose a terra la grande olla, e ne coprì la bocca con una scodella contenete carne di cinghiale, e frumento, necessari per il lungo viaggio, quindi fece apporre lì accanto, il suo pennato, i giavellotti, e il grande scudo con i simboli della sua tribù. Il figlio prediletto Malek, avanzò solennemente portando il grande elmo di bronzo, con le due corna lucenti, simbolo di potere e valore. Di colpo i tamburi cessarono, e nel silenzio che ne seguì tutti chinarono il capo in segno di rispetto per il vecchio capo, e per esternare sottomissione al nuovo. Poi la capanna venne richiusa con una pesante pietra , e affidata alla custodia della Madre terra.
Mario Volpi
Da Wikipedia
Durante uno scavo archeologico fatto nel 2000, nei pressi del paese di Pulica, è stata trovata una tomba, databile al III secolo a.C. di un guerriero ligure apuano, con le sue armi, e un elmo in bronzo. Le ceneri erano all'interno di un'olla coperta da una ciotola.. La tomba, a forma di capanna, era formata da lastre di pietra. Le "corna" sull'elmo suggeriscono che si trattasse di un personaggio importante.
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